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  • Jacobelli: bel tackle Barbara. Malagò spazzi via il Sistema, altro che Tavecchio

    Jacobelli: bel tackle Barbara. Malagò spazzi via il Sistema, altro che Tavecchio

    Come volevasi dimostrare, il consiglio federale straordinario è servito solo per ratificare le dimissioni di Abete;  registrare che Tavecchio, 71 anni, presidente dei Dilettanti dal '99, è in pole position per la successione, sostenuto da Macalli, 77 anni, presidente dell'ex serie C dal '97; rinviare tutto sino all'11 agosto così c'è tempo per le manovre di corridoio; addirittura procrastinare a dopo il 12 agosto la scelta del nuovo allenatore della Nazionale. Tanto, per usare le testuali parole di Macalli, "il ct? E' l'ultima roba che mi riguardi, non me ne frega niente".

    In fondo, Macalli ha ragione.
    L'Italia giocherà il 4 settembre, cioè solo fra 66 giorni  in amichevole con l'Olanda e, chiunque sia il nuovo tecnico, rischia di essere subito spianato dagli Arancioni. Il 9 settembre, invece, a Oslo la Norvegia aspetterà gli azzurri per la prima eliminatoria di Euro 2016. Che fretta c'è, Tavecchio e Macalli?  Legnata più legnata meno, l'importante è affondare.

    Se questi sono gli inizi della Nuova Era, siamo messi male. Malissimo. E, a calciomercato.com, fa piacere ritrovarsi in buona compagnia. Per esempio con Barbara Berlusconi, 29 anni,  vicepresidente e amministratrice delegata del Milan: "
    A mio modo di vedere, il governo del calcio italiano deve essere assolutamente rifondato. Secondo me è necessario dare spazio a quarantenni preparati. Non è solo un problema di persone, ma anche di regole. In questo momento c'è una governance troppo litigiosa e senza nessuna visione del futuro".

    Per il solo fatto di avere detto ad alta voce ciò che molti pensano, Barbara si è dovuta sorbire la stizzita reazione di Tavecchio:  "Sulla nomina del nuovo presidente non decide la gentile signora, ma i delegati di un milione e mezzo di tesserati. Per noi vince la politica del fare e conta l'appoggio di un milione e mezzo di tesserati".

    "Vince la politica del fare?" Eh? Che cosa ha detto Tavecchio? Fare che cosa? Quello che non è stato mai fatto? Ma in tutti questi anni in cui il calcio italiano si è sfasciato, dove diavolo era Tavecchio che, dal '99 regge e comanda i dilettanti? E con lui, dov'era Macalli, grande elettore della presidenza Abete, al comando della C da diciassette anni? E con Tavecchio e Macalli e Abete, dov'era Lotito che potrebbe diventare uno dei due vicepresidenti federali e che già è uno fra quelli che comandano nella mitologica Lega di A, diventata il quinto campionato del continente con 6 milioni di spettatori in fuga dagli stadi nelle ultime sei stagioni, come ha certificato il rapporto Figc dello scorso aprile?

    "Vince la politica del fare": dev'essere il nuovo spot da consegnare anche agi sponsor della Nazionale, comprensibilmente sempre più imbufaliti per l'immagine disastrosa e disastrata di un calcio uscito a pezzi dal Brasile.

    Qui non è questione né di età né di persone che sono stimabili, rispettabili, eccetera eccetera. Qui è questione di metodo, di sostanza. Questo Sistema ha portato il calcio italiano al'ultimo stadio, questosistema deve essere spazzato via. Punto.

    Presidente Malagò, rinnoviamo l'invito: mandi tutti a casa. Nomini presto il commissario. Così Tavecchio potrà fare ciò che gli piace tanto e ci ha ricordato avere fatto una settimana fa: giocare a pallone. Un Brazuca glielo regaliamo noi.  In fondo, un fallimento è come un diamante. Rimane per sempre.

    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

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