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  • Bari:| Il club divide i Matarrese

    Bari:| Il club divide i Matarrese

    • D.L.

    Un tempo era un fiore all'occhiello, oggi è un pesante fardello. Ecco come è cambiata la concezione sul Bari da parte della famiglia Matarrese. O almeno per gran parte del gruppo al vertice del club biancorosso da ben 34 anni. L'ultima retrocessione ha decretato la fine della storia tra il gruppo imprenditoriale e la squadra di calcio: i costi di gestione sono troppo onerosi, la frattura con la piazza è insanabile. Il diktat dei Matarrese, pertanto, è stato perentorio: occorre vendere il Bari che, nel frattempo, deve cavarsela con le sue forze. Alla decisione assunta lo scorso maggio (culminata con le dimissioni in blocco del Consiglio d'Amministrazione), però, non sono seguiti fatti concreti: gli acquirenti latitano, la società non ha la forza per autogestirsi. Pertanto, l'Onorevole Antonio Matarrese e l'ex presidente Vincenzo, sarebbero disposti a garantire al club il sostegno indispensabile quantomeno a sopravvivere.

    Il resto del gruppo (dal maggiore dei fratelli, il Cavaliere del Lavoro Michele, a figli e nipoti che non vedono nel calcio un ritorno conveniente), invece, non intende operare altri interventi. Una scelta di carattere economico, ma soprattutto tesa a dimostrare il definitivo distacco dal club evitando l'equivoco, spesso circolato in città, che la volontà di vendere sia soltanto di facciata. Tale contesto ha creato tensioni all'interno della famiglia. L'amore di Vincenzo Matarrese per la sua creatura è noto. Al punto che lo scorso 30 settembre l'ex massimo dirigente era pronto a prestare tutte le garanzie del caso per agevolare il pagamento (tuttora inevaso) degli stipendi ai calciatori per il trimestre aprile-giugno, ma non gli è stato consentito di agire. Peraltro, già a maggio Don Vincenzo si espose personalmente per coprire gli stipendi del primo trimestre dell'anno e rendere possibile l'iscrizione della squadra all’attuale torneo.

    Allo stesso modo, è in ansia Antonio Matarrese, che da trent'anni è un riferimento del calcio sia nazionale (è stato presidente della Federcalcio e della Lega) sia europeo (è tutt'ora membro onorario dell'Uefa). Motivo per cui nell'ultimo mese si è impegnato per cercare acquirenti (si parla di contatti con imprese del nord) e per ricucire i rapporti con le istituzioni (come testimoniano le sue recenti scuse in Consiglio Comunale). Insomma, parte della famiglia Matarrese sta fondando i presupposti per un cambiamento senza traumi. Tuttavia, nel frattempo si avvicina la scadenza per il pagamento dei nuovi stipendi, dato che entro il 14 novembre occorrerà sborsare circa quattro milioni per saldare le mensilità di agosto e settembre. Quali decisioni, pertanto, prenderanno i Matarrese se nulla avverrà nel frattempo?

    Sembra che l'interrogativo abbia scatenato nuove discussioni in famiglia tra chi è incline ad una soluzione tampone per non compromettere il campionato della squadra e chi, invece, non muta posizione. Due le variabili che potrebbero districare la matassa: l'eventuale buona riuscita del dialogo tra l'amministratore unico Garzelli e gli istituti di credito, oppure il pronto intervento di chi è intenzionato a rilevare il club. A tal proposito, la trattativa più avviata è con il Gruppo Meleam, che oggi invierà ai legali incaricati dalla proprietà ulteriori referenze e garanzie di solvibilità in cambio dei documenti aggiornati alle ultime attività della società. In tal modo, la prossima settimana la Meleam dovrebbe essere in grado di stipulare un'offerta d’acquisto. Ma se l'affare saltasse, occorrerà una soluzione alternativa. Imboccare la strada del fallimento sarebbe per il gruppo Matarrese un irreparabile danno economico e di immagine. Il peggio, dunque, va scongiurato. E almeno su questo sono tutti d'accordo.

    (Corriere del Mezzogiorno - Edizione Puglia)

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