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  • Bianchi, Capitano vero

    Bianchi, Capitano vero

    Parlare di giornata del riscatto, dopo la gara di Pescara, dove giocò una delle pochissime partite incolori da quando è in granata sarebbe stato poco corretto. Tuttavia, se c’è un giocatore che merita di essere menzionato più di tutti gli altri, per aver trascinato il Toro alla vittoria di ieri, è Capitan Bianchi, autore di una partita maiuscola, sotto diversi punti di vista.

    A partire da quello prettamente tattico. Al di là del bellissimo gol messo a segno, ieri il bomber è riuscito in quello per cui un attaccante di peso, con questo modulo, è tenuto a fare: mantenere alta la squadra, aprire varchi per gli inserimenti da parte dei trequartisti, impegnare almeno due marcatori. Compito da 10 e lode, nonostante i mastini Madaschi (ieri bruttissima partita per lui, condita con l’autogol) e Cristante sempre alle calcagna.


    Ma ciò per cui si è veramente distinto Rolando ieri è stata quella giusta grinta da Capitano, in grado di caricarsi sulle spalle un intero collettivo. In un momento delicato come quello vissuto dal Toro nella scorsa settimana, tra casi mediatici (che coinvolgevano proprio l’attaccante e il DS Petrachi), e contestazioni societarie, ci voleva proprio un leader in campo, in grado di riprendere e caricare la squadra quando necessario, e questo Bianchi l’ha capito e realizzato in pieno. Ieri Rolando ha fatto da vero e proprio vice in campo, non solo con quell’urlo liberatorio e quel rabbioso calcio al cartellone (a voler dimenticare tutta la settimana appena trascorsa) dopo il gol. Si pensi, per esempio, quando nel primo tempo riprendeva in maniera veemente i compagni della difesa, che, sugli sviluppi di un corner, avevano lasciato libero Madaschi di svettare e colpire di testa un pallone insidioso, ben deviato poi da Rubinho. Il richiamo all’attenzione, sicuramente, è servito e la difesa è parsa da subito meno svagata.

    Quando ci vuole, ci vuole. Un bravo a Bianchi per averlo capito e applicato. Capitani così carismatici, forse, a Torino mancavano da troppo tempo.


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