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  • Bolognamania: Pioli vara l'assetto a trazione anteriore

    Bolognamania: Pioli vara l'assetto a trazione anteriore

    Dopo tanto tempo, a Bologna si tornerà ad avere una squadra a trazione anteriore: l’ipotesi è stata confermata anche dalle ultime scelte in sede di mercato, che hanno portato a Bologna Jonathan “El Churry” Cristaldo, seconda punta pura capace di adattarsi anche come prima punta, al posto dell’esterno cercato praticamente da metà luglio. Il motivo è semplice: tra amichevoli e prima gara di campionato si è capito che il 4-2-3-1 non è roba per questo Bologna: i greci Kone e Christodoulopoulos sono esterni d’attacco solamente adattati, Rolando Bianchi in carriera non ha praticamente mai giocato da punta unica e Diamanti finiva sempre per arretrare a centrocampo per prendere qualche pallone col risultato che poi il centravanti era troppo solo per fare male alle difese avversarie. Per questo, già con la Sampdoria si era visto un primo passaggio al 4-3-1-2 che probabilmente sarà il marchio di fabbrica (salvo futuri pensieri sulla difesa a tre) di questo Bologna 2013/2014.

    La sfida con la Sampdoria ha portato qualche prima risposta positiva, con una produzione offensiva accettabile e due reti segnate contro il nulla offensivo (anche al netto del valore superiore dell’avversario) di Napoli: anche per questo, la strada intrapresa da Pioli pare proprio quella giusta. Il 4-3-1-2 infatti offre una sponda a Bianchi, permette a Diamanti di avere più soluzioni offensive e di non appoggiarsi solo sul centravanti e allo stesso tempo porta ad infoltire un centrocampo che non può giocare con due mediani almeno fino a quando Diego Perez non sarà al 100% dopo l’estate da svincolato e gli allenamenti col personal trainer. Ad ogni modo si aspetta il “Ruso” per riavere una mediana efficace anche a tre, dopodiché si dovrà adattare Kone da mezz’ala – ma lo può fare – mentre Della Rocca col centrocampo a tre sarà sicuramente più in palla rispetto a quanto visto con i due mediani.

    In rossoblù una simile potenza di fuoco, almeno sul piano tattico, non si vedeva dall’anno della promozione in serie A con Daniele Arrigoni: Marazzina e uno tra Bucchi e Fava in avanti, con Di Gennaro o Bombardini come trequartisti di un 4-4-2 sporco che li vedeva esterni in fase di non possesso per poi accentrarsi e dare fantasia al momento di attaccare. Da allora Bologna è stata la patria del bomber unico: soprattutto Di Vaio, che col suo elisir di lunga vita (a proposito: 17 gol in 25 partite di Major League con i suoi Montreal Impact, complimenti) si è progressivamente mangiato svariati compagni di reparto, da Osvaldo a Bernacci fino a Zalayeta e Adailton che con lui hanno anche provato un timido tridente poi abortito per l’infortunio, in quella stagione, dell’attaccante romano. Poi è stata la volta del rimpiantissimo Gilardino, con Gabbiadini dirottato all’esterno a fare esperienza che gli sarà utilissima. Ora, si torna alle due punte con Diamanti a supporto: per cercare di farne uno in più di quelli che si prendono, vista anche una tenuta difensiva tutta da valutare.

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