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    Bravo Mancini! Italia, manca poco per raggiungere il livello della Francia

    Bravo Mancini! Italia, manca poco per raggiungere il livello della Francia

    • Giancarlo Padovan
    La Francia è sempre la stessa, mentre c’è Italia e Italia. Quella schierata da Roberto Mancini e quasi travolta dai transalpini (3-1) aveva tre esordienti in campo (Caldara, Mandragora e Berardi) più una serie di semi esordienti (D’Ambrosio, Pellegrini, Chiesa, lo stesso Jorginho) che devono fare ancora tanta esperienza internazionale e mettere un po’ di muscoli per giocare a certi livelli.

    Il c.t. è stato coraggioso. Sia perché ha cambiato molto (ma non il 4-3-3) dando fiducia ad un gruppo di ragazzi entusiasti, sia perché non ha smontato la Nazionale semi-sperimentale alle prime difficoltà. 

    E l’Italia, che fino alla mezz’ora del primo tempo, era stata quasi presa a pallate (due gol e un palo della Francia), si è finalmente affacciata in attacco prima con Balotelli e poi con il gol di Bonucci. Ad inizio ripresa, un po’ a sorpresa, si è catapultata nell’area avversaria mettendo la Francia in soggezione.

    In meno di quattro minuti (dal 46’ al 50’) gli azzurri hanno avuto quattro occasioni per raggiungere il pareggio, anche se, in contropiede, prima hanno rischiato il terzo gol (traversa di Dembelè) e poi lo hanno preso (pallonetto-capolavoro sempre di Dembelè).
    Il punteggio è sostanzialmente esatto (anzi Sirigu, uno dei migliori, è stato determinante due volte nel primo tempo e un’altra nella ripresa), però il secondo gol dell’Italia è stato più vicino di quanto non possa raccontare un’analisi superficiale.

    Purtroppo, a qualche imprecisione offensiva (Balotelli due volte, Caldara una), si sono aggiunti marchiani errori in fase difensiva o di impostazione.

    Esempio numero 1. Il gol di Umtiti dopo otto minuti. Sul cross da destra di Pavard, D’Ambrosio non fa la diagonale difensiva su Mbappé (colpo di testa) e Umtiti mette dentro dopo istintiva parata di Sirigu.

    Esempio numero 2. Il rigore provocato da Mandragora su Lucas Hernandez (28’) e trasformato da Griezmann. In tutta sincerità, mi pareva che a incrociare una gamba con l’altra fosse stato il francese (che cosa hanno visto al Var?), ma l’intervento dell’azzurro è doppiamente ingenuo: pur essendo in vantaggio, non mette il corpo a protezione e poi tocca Hernandez, già in volo, dando l’impressione di sbilanciarlo.

    Esempio numero 3. La terza rete (63’ di Dembelé) nasce da una palla mal calibrata di D’Ambrosio per Jorginho. La responsabilità della frittata è reciproca, sta di fatto che la palla ce l’aveva l’Italia.

    Resto convinto che, inserendo prima Insigne per Berardi e Florenzi per D’Ambrosio, gli azzurri sarebbero rimasti maggiormente in partita e, chissà, forse avrebbero pure pareggiato (ma sarebbe stato un pari momentaneo).

    Tuttavia ribadisco che Mancini ha fatto bene ad insistere fin quasi alla fine con la squadra che aveva cominciato. L’Italia non deve andare al Mondiale, non ha urgenze tattiche, né impellenze tecniche. Ai probabili titolari devono essere affiancati dei giovani capaci di giocare, per tecnica e spiccata personalità, contro avversari di rango (e la Francia è tra le più attrezzate).

    In questo senso il giudizio positivo riguarda Caldara e Federico Chiesa, da rivedere Pellegrini (sappiamo che sa fare molto meglio), mentre con Mandragora e Berardi ci vuole pazienza. Non giocano in top club, hanno qualità tecniche buone ma non eccezionali, hanno affrontato avversari che in Russia saranno protagonisti assoluti.

    Una nota di merito anche per Balotelli che, contro la Francia, era una sorta di veterano. Spesso ci ha messo il fisico e ha vinto più di qualche duello. Deve ricordarsi di giocare semplice (come gli chiede Mancini) e di essere un po’ meno egoista. Fare gol è importante, farlo fare ai compagni lo è di più. Lui, questa volta, ha fatto segnare Bonucci (36’), prima conquistando una punizione dal limite che a me era parso rigore. Poi tirando una bordata che Lloris non ha trattenuto. 

    Dice Mancini: “Fra un anno saremo più vicini alla Francia”. Io penso che con i titolari (e magari anche con quelli a casa perché infortunati) ce la possiamo giocare fin da subito. Insomma, anche se abbiamo perso, la fiducia non manca.

     

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