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  • Brocchi: 'Bacca? Confronto emozionante'

    Brocchi: 'Bacca? Confronto emozionante'

    Un successo in trasferta, un deludente pareggio in casa: la terza partita di Cristian Brocchi sulla panchina del Milan, impegnato domani a Verona contro l'Hellas, diventa un crocevia importante per provare a dare un impulso al cammino altalenante, come per tutta la stagione, dei rossoneri. Tutte le dichiarazioni di Brocchi nella conferenza stampa della vigilia raccolte dall'inviato di Calciomercato.com.

    Dopo il Carpi ora il Verona poi il Frosinone, è importante per il Milan trovare forza d'urto contro queste squadre?
    "Assolutamente sì, ci stiamo lavorando sul piano mentale per iniziare subito la partita con grande aggressività per dare un segnale ad avversari e tifosi, è una delle cose su cui cerco di incidere. C'è bisogno di dare fiducia e sicurezze, abbiamo avuto poco tempo per lavorare sulla fase di finalizzazione ma abbiamo preso in mano anche quest'aspetto e provato a dare conoscenze in più".

    Poche occasioni contro il Carpi rispetto al possesso palla, è emersa la scarsa qualità e la scarsa forma di altri: quanto può aiutare i calciatori la sua idea di gioco?
    "Squadre anche di livello inferiore riescono a concludere con maggiore frequenza avendo conoscenza del pensiero del proprio allenatore. Per me i giocatori in rosa del Milan hanno la possibilità di fare molto più di quanto fatto, in questo momento la rosa del Milan è quella che rappresento e nella mia testa devono essere i più forti e io devo dar loro qualcosa per far emergere le loro qualità. In questo periodo iniziale ho lavorato sul campo con la squadra tredici ore e in così poco tempo non possiamo avere la presunzione di lavorare su ogni area nella maniera migliore possibile e quindi bisogna darsi priorità: la priorità era dare coscienza alla squadra che poteva tenere in mano il gioco, una volta che l'hanno capito si può entrare nei dettagli delle varie fasi. Non abbiamo avuto il tempo in queste tredici ore per fare tutto ma se ci togliessimo dalla posizione della critica a prescindere che qualcosina sotto forma di impegno legato al possesso palla, che non metto in dubbio è stato sterile, si sia visto. Tenendo il pallone si può arrivare a realizzare manovre di un certo tipo, abbiamo battuto come possesso palla il Napoli che si allena da inizio anno su questi concetti, in questo step iniziale sono comunque contento pur sapendo che c'è ancora molto da lavorare".

    Quali sono i micro obiettivi che si è dato nelle prossime partite?
    "Contro il Carpi il problema grosso che è emerso è stato quello della finalizzazione, il mio focus nel poco tempo in cui siamo riusciti a lavorare dopo è stato di agire su quella fase e diciamo che la mia priorità è stata proprio questa. Se domani dovessero riuscire a fare tutto quello che ho chiesto allora sono dei fenomeni, perché ci vuole tanto lavoro per assimilare i concetti, ma sono dell'idea che domani qualcosa mi faranno vedere perché li ho visti vogliosi e concentrati".

    La testa è già alla Coppa Italia?
    "Non mi sembra, i ragazzi hanno l'obiettivo della partita che sta per arrivare. Non è stata una stagione esaltante, non hanno mai avuto lunghi periodi di serenità e allegria: ora dobbiamo invertire la rotta per fare qualcosa di diverso, non possiamo pensare alla Coppa Italia. La finale sarà la fine di un lavoro iniziato pochi giorni fa e che finirà con quella partita".

    Prima convocazione per De Santis: ci sarà spazio anche per altri ragazzi come chiesto dal presidente Berlusconi?
    "Quando si parla di queste cose si fa confusione. Il progetto di portare ragazzi pronti in prima squadra è iniziato sotto, non ancora sopra: se sarò ancora qui l'anno prossimo a questo progetto sarà dato un seguito importante, se non ci sarò io dipenderà dalle idee del prossimo allenatore. Far debuttare per dare contentini non mi sembra una cosa giusta, chi manderò in campo sarà un merito e questo deve essere il pensiero e il fatto di conoscere me e la mia metodologia può aiutare i ragazzi".

    Una delle qualità del Milan di Berlusconi è sempre stato l'approccio alla partita: manca qualcosa che non è nel DNA di questa squadra?
    "Non so se non è nel DNA della squadra, ma è un punto su cui sicuramente bisogna lavorare. La squadra ha bisogno di fiducia e serenità, l'affrontare un avversario con rabbia e cattiveria agonistica viene da dentro: ognuno deve avere la fiamma, se scende in campo con questa può dire la sua. Loro la fiammella l'hanno accesa, ma non riescono ad unirla a quella dei compagni: bisogna riuscire a unirle per far diventare queste fiamme un incendio".

    Quando torna Bonaventura?
    "Ha un controllo mercoledì, poi vedremo".

    Le scuse di Bacca.
    "Per me è stato importante quello che ci siamo detti negli spogliatoi, una delle scene più emozionanti che ho vissuto da allenatore perché è stata coinvolgente e sincera, aiuta a crescere l'unione in spogliatoio".

    Lei come Simone Inzaghi: tornerebbe in Primavera o no?
    "Ho l'ambizione di fare il meglio possibile in questo momento, sono stato scelto per portare all'interno di questa squadra idee che ho manifestato negli scorsi anni. Per me insegnare ai ragazzi è uguale a come sto facendo ora con gli adulti perché tutti i giocatori hanno bisogno di essere accompagnati, il mio unico pensiero è fare il meglio possibile per i ragazzi che alleno e far sì che il Milan giochi bene in questo periodo".

    Ha chiesto velocità ai suoi, può essere attuata?
    "Va spiegato il perché, una volta che viene spiegato poi va allenato e poi va fatto. Spero di vedere un qualcosa sotto questo punto di vista domani".

    Lei è sempre molto comprensivo, a volte si arrabbia anche?
    "Mi arrabbierò quando la squadra avrà capito quello che chiedo e magari qualcuno fa di testa sua. In questo momento non posso avere la presunzione che i giocatori abbiano capito al 100% i miei principi, non è possibile. Stiamo lavorando per accorciare i tempi e sono fiducioso, ci credo, però logicamente un passetto alla volta".

    Continua ad essere fiducioso anche sul modulo? Boateng è stato un fallimento, domani potrebbe esserci il terzo trequartista diverso.
    "Gli unici che non hanno digerito questo cambio di sistema sono al di fuori dello spogliatoio e mi sorprende perché magari dovrebbero essere i giocatori a dirmelo. Invece i giocatori sono fiduciosi e contenti del modulo, vogliono conoscere, nessuno di loro ha mai messo il sistema di gioco al centro dei nostri problemi. Quindi siamo in un mondo dove ognuno può dire la sua, ognuno ha le sue idee. Io valuto i giocatori per caratteristiche, è come uno scacchiere e a seconda delle caratteristiche scegli chi far giocare".

    Infortuni muscolari legati al cambio di preparazione?
    "E' statisticamente probabile, è normale che quando c'è un cambio di allenamenti di metodologia sommate alla voglia di mettersi in mostra dei giocatori questo può incidere. La fortuna è che gli infortuni che abbiamo avuto sono di lieve entità, dal nostro punto di vista non abbiamo esasperato esercitazioni, ne facciamo la metà di come ero abituato negli scorsi anni".

    Cosa si aspetta da Bacca?
    "Mi aspetto da lui come da tutti una reazione d'orgoglio, ma soprattutto mi aspetto una prova da squadra, che giochi insieme e si aiuti nelle difficoltà e si abbracci quando c'è da abbracciarsi".

    Domani tatticamente quanto inciderà l'assenza di Bonaventura?
    "E' quello che per caratteristiche può rappresentare un valore aggiunto per noi, ha qualità, visione di gioco e si sa muovere. E' un ragazzo che può darci tanto e questo è indubbio, ha già dimostrato quanto è importante per il Milan".

    Domani toccherà a Honda o ancora Boateng?
    "Non è questione di chi è più adatto, è questione di chi decido di far giocare nei tre di centrocampo e per il trequartista guardo quale si integra meglio con i tre dietro: a volte sarà meglio Boateng altre volte Honda, sono due giocatori diversi, la mia scelta sarà sempre legata ai tre interpreti di centrocampo".

    Come si inserisce in un concetto di gruppo Menez?
    "Secondo me, non parlo di Jeremy in particolare ma di tutti i giocatori che ho visto che hanno caratteristiche più da solisti, un conto è quando hai un gruppo forte: se è forte riesce a tirare dentro chi fa un po' più fatica. In questi giorni ho visto un Menez che si sta allenando bene, ride, scherza, parla, è positivo con il gruppo: la speranza è che in campo possa fare quanto gli ho chiesto e se lo farà anche i compagni ne trarranno giovamento, ha qualità che non sono in discussione".

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