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  • Cairo, no a Calà:| Italo-americano voleva il Toro

    Cairo, no a Calà:| Italo-americano voleva il Toro

    Incontro saltato a luglio, l'imprenditore Calà era pronto a sborsare 50 milioni. Il patron granata: "Tolgo il cartello vendita".
    L'italoamericano e il no di Cairo: "Il Toro non è il monopoli...".
    Joseph Cala, all'anagrafe Giuseppe Calà, originario di San Cataldo (Caltanissetta) e adesso cittadino statunitense, lo scorso luglio volò in Italia per un appuntamento che non si sarebbe mai tenuto. Venti minuti prima del rendez-vous nei suoi uffici milanesi, Cairo gli fece sapere che il Toro non era più in vendita. Cala, o Calà, racconta un sacco di cose, forse un po' troppo roboanti: lui, emigrante tredicenne e ora miliardario titolare della Cala Corporation America, società che si propone di costruire alberghi sottomarini, avrebbe valutato il Toro 50 milioni di euro per conto di un «blind trust» statunitense, un fondo di investimento.

    La missione? Quotare uno dei club storici del calcio italiano alla Borsa di New York. «Scrivetelo, Cairo non ha mai avuto intenzione di vendere». Legittimo sospetto. «Vendere a chi? Ai Tacopina, ai Calà? Cerchiamo di essere seri, il Toro non è il gioco del monopoli. Ho incontrato i Tesoro, e anche loro, insomma...», s'inalbera Cairo. La Red Bull è un'altra storia, ancora tutta da scrivere semmai il magnate austriaco Dietrich Mateschitz abbia intenzione di prendere in mano carta e penna. «C'è stato un incontro in Comune ho letto, dite che si sono informati sul Toro, ma io questi signori non li ho mai sentiti. Da qui ad aprire una trattativa ce ne passa, non crede?».
     


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