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  • Calciopoli: 'La Juve può provocare uno tsunami'

    Calciopoli: 'La Juve può provocare uno tsunami'

    Quanto la Figc tenga in conto delle ragioni profonde della molteplice azione della Juventus sulla questione scudetto 2006 non sappiamo dire. Visto e riletto il verbale con cui si rivendicava il rigetto del ricorso Juve, dopo le evidenze della relazione Palazzi sull’Inter e altri 8 club e su 14 tesserati (oltre a Moratti e al defunto Facchetti) si direbbe davvero poco; vista la reazione cercando con la pedissequa osservanza dei riti interni alla giustizia sportiva (dove, però, quel che è ok per Preziosi non lo è per Moggi o Giraudo; dove la palla non è quasi mai rotonda) con l’opposizione al tavolo Tnas per incompetenza del tribunale arbitrale sembra proprio che il club tanto temuto e rispettato fino al 2006, maggio, sia ora in totale disgrazia. E anche l’accoglienza data in via Allegri un anno e mezzo fa dal presidente Abete e dal dg Valentini alla ambasciata Agnelli-Marotta alla prova dei fatti ha significato - nonostante le parole di fuoco di Moratti di allora - nulla.


    LA FIDUCIA Il fatto è che, però, dal 10 agosto scorso è la Juve ad aver perso totalmente la fiducia nei confronti delle strutture giustiziali dello sport: il fatto che si prenda con sollievo l’ipotesi corposa che il Tnas, organo al quale s’è deciso di bussare per l’istanza, possa dichiararsi non competente la dice lunga. C’è una gran voglia di mettere tutta la materia della giustizia sportiva (e nel caso delle radiazioni che riguarda Moggi, Giraudo e Mazzini ci sarà altra materia per contendere) nelle mani di qualcun altro. Fuori dal sistema che tende ad autotutelarsi: il gioco delle prescrizioni determinate da poteri esterni (chi mette i baffi e chi li ignora, chi seleziona le telefonate e condiziona processi sportivi e classifica e bilanci) che altera gli equilibri delle competizioni, ma anche (e la vicenda del Calcioscommesse lo testimonia) i meccanismi della responsabilità oggettiva e diretta.

    ORGANISMI INTERNAZIONALI «Quel che ho capito - ci dice l’onorevole Paniz, avvocato e grande conoscitore della vicenda Calciopoli, ma anche delle strutture federali - è che la Juve non demorderà. Credo che la federazione sappia i rischi che corre in queste vicende: le sentenze di radiazione di Moggi, Giraudo e Mazzini espongono tutto il sistema della giustizia sportiva a possibili tsunami come quello vissuto sul vincolo dei calciatori nel caso Bosman». Forse anche per questo pure gli organismi internazionali saranno chiamati in causa. In casa Juve, ad esempio, stanno prestando grande attenzione alla vicenda capitata al Fenerbahçe, coinvolto in uno scandalo a base di illeciti e fatto fuori dalla Champions, dopo un’attenta ispezione in loco degli ispettori inviati da Nyon (che poi ha preso atto dell’esclusione del club gialloblù in favore del Trazbonspor).

    IL NODO Il passaggio del 9 settembre (attenzione: al fianco del presidente del Tnas, De Roberto, dovrebbe esserci anche il presidente dell’Alta Corte, Chieppa, chiamato in causa da Figc e Inter) è fondamentale, ma la vera chiave sarà il comportamento della Juve in caso di “traslatio iudicii” (passaggio del caso dalle mani dell’arbitrato a quelle della Suprema Corte dello sport): l’estremo passaggio è il viatico per il Tar, che potrebbe eccepire il mancato rispetto della legge 280 che prevede l’esperimento di tutti i rimedi possibili in ambito sportivo prima del ricorso - anche se solo per richieste risarcitorie - al giudice statale.


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