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  • Carpimania: non solo cuore, c'è qualcosa in più

    Carpimania: non solo cuore, c'è qualcosa in più

    • Gabriele Pasca
    Se dovessimo pensare una metafora che ci possa far comprendere il difficile compito toccato al Carpi nelle ultime giornate, potremmo immaginare uno scalatore alle prese con un’arrampicata ardua: quest’uomo (o questa donna, perché no?!), magari piccola e gracile, ha iniziato la sua impresa contro il parere di tutti, in barba alle previsioni metereologiche avverse e senza curarsi troppo delle sue fobie. Nonostante un inizio sofferto e nonostante il parziale ancora in passivo, lo sportivo, (o la sportiva) ha comunque preso ossigeno in due punti, tecnicamente fondamentali. Ecco, dalla montagna al Carpi il passo è breve, e non solo per l’Appennino Tosco-Emiliano, a due passi dalla piccola città modenese, ma anche e soprattutto per lo scalatore che ci sta sopra. Sampdoria, Palermo, Inter, Fiorentina e Napoli non sono certo le ultime arrivate e, come non bastasse il timore della novizia, ci si è messa pure la sfortuna del calendario. A proposito di sfortuna, poi, se contassimo tutte le occasioni sprecate dall’attacco biancorosso, la rabbia monterebbe ancora di più.

    Ci siamo già trovati ad analizzare le prestazioni del Carpi durante le prime tre giornate e abbiamo avuto modo di notare quanto fosse, già allora, una squadra in divenire, in una situazione di profondo mutamento. Naturalmente i tempi fisiologici affinché uno spogliatoio completamente rinnovato possa trovare un suo equilibrio interno non sono propriamente brevi (vedi il caso Juventus), ciononostante, contro Fiorentina e Napoli, se l’è giocata talmente a viso aperto da poter arrivare, polemiche arbitrali a parte, a recriminare qualcosa in più.

    Domenica, contro i Viola, Fabrizio Castori, uomo di campo qual è, trovandosi di fronte al trapattoniano Paulo Sousa, ha pensato bene di sfruttare le pecche latenti di una squadra stellata: lentezza nell’impostazione, difficoltà di movimento sotto porta, pesantezza nel costruire. Non solo, però: Marco Borriello ha aggiunto a tutto ciò quel pizzico di cinismo in più, proprio di un campione com’è lui. Nulla, non è bastato; secondo l’antica legge che recita “un tiro un gol” la Fiorentina ha portato a casa tre punti preziosissimi, che oggi le permettono di attestarsi seconda in classifica. Certo, spiace notare che delle tante critiche che si sarebbero potute fare (a se stessa poche ma alla sfortuna tante), la dirigenza carpigiana abbia deciso di rintanarsi in un inaspettato quanto bislacco “silenzio stampa”, per un rigore, francamente, inesistente.

    Situazione diversa ieri contro il Napoli di Maurizio Sarri, uomo dotto e studioso ma di indole simile a quella di Castori; discriminante principale l’assenza di Borriello dal primo minuto e la pressoché sua ininfluenza una volta entrato. Il Carpi costruisce meno e dà poco lavoro al portiere Reina. Non solo colpa di Mbakogu, sprecone e poco in forma, ma anche di una compagine avversaria oggettivamente più quadrata e meno disattenta rispetto a quella precedente. Eppure lì (domenica) non sono arrivati punti mentre ieri un punticino lo si è messo in saccoccia. Infatti, come, giustamente ha fatto notare il tecnico azzurro in conferenza stampa “è stata molto più squilibrata questa partita rispetto a quella che il Carpi ha perso domenica scorsa”.

    Ora, a quota due e con l’orgoglio di chi poteva avere di più, bisogna preparare la trasferta capitolina, sperando che da queste giornate, troppo, troppo intense, il Carpi possa uscire ben temprato, pronto ad affrontare un pezzetto di discesa; perché prima o poi la discesa arriva sempre.

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