Firenze terra di Guelfi e Ghibellini, città dove tutto si discute e dove essere giocatore non è certamente facile. Emiliano Viviano, numero 1 della Fiorentina e nel giro della nazionale, è in questi giorni sotto accusa per i gol incassati sabato sera nella sfida con la Roma all’Olimpico.

Emiliano è nato a Fiesole, è da sempre tifoso della Fiorentina, cresciuto nel settore giovanile viola fu costretto ad emigrare a Brescia per il fallimento societario del 2002, ha un giglio tatuato sul corpo, ha chiamato la prima figlia Viola e dicono che al matrimonio indossasse una cravatta viola.

Poter giocare con la Fiorentina è, per sua stessa ammissione, l’avverarsi di un sogno, ma come l’esperienza insegna: nemo propheta in patria! Per Claudio Rapacioli, presidente di Apport (Associazione sportiva italiana preparatori portieri), il portierone viola ha doti morali importanti e saprà riprendersi: “Emiliano ha una grande personalità e dopo sabato sera non ha avuto nessun problema a fare un j’accuse per una prestazione poco convincente. Di questi tempi trovare portieri che abbiano la lucidità nel valutare pubblicamente le proprie prestazioni non è facile. Questa personalità lo aiuterà a dimostrare tutto il suo valore e a far pentire chi l’ha giudicato troppo frettolosamente. Bisogna cercare di essere sereni ed equilibrati nelle valutazioni, troppo spesso un portiere una domenica è un fenomeno, quella successiva è un bidone. Le valutazioni vanno effettuate nell’arco completo della stagione e comunque l’errore fa parte del  ruolo del portiere ed è più evidente perché spesso porta la gol degli avversari. Se analizziamo bene le situazioni in cui avvengono i gol spesso ritroviamo errori marchiani anche dei giocatori di movimento, che condizionano le giocate dei portieri. Per questo sono sicuro che questa partita, non brillantissima, stimolerà Viviano a tirare fuori tutta la personalità di cui è in possesso, Emiliano dimosterà di valere la maglia viola e non solo