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  • Castello di Cisterna, la cittadina divisa fra Montella e il Napoli

    Castello di Cisterna, la cittadina divisa fra Montella e il Napoli

    • L.C.
    Qui a Castello di Cisterna, ridente cittadina a quindici chilometri di distanza da Napoli, sostengono che sabato faranno tutti il tifo per la squadra partenopea di Benitez, senza sé e senza ma. Almeno quelli che frequentano la centralissima Piazza Dante, dove è tutt'altro che difficile scorgere le bandiere azzurre che richiamano la formazione che ha in Aurelio De Laurentiis il proprio patron. Il 'Vado cafe'' è già pieno fin dalle prime luci del giorno e si riempie senza sosta soprattutto all'ora di pranzo. Qui però hanno anche foto di calciatori attaccate sul muro, dai campioni del passato, Diego Armando Maradona, agli idoli di oggi, Higuain e Hamsik che si abbracciano. Ma c'è anche una foto di uno che è nato qui, Antonio Di Natale, e quando la gente fissa quell'immagine c'è il rimpianto che il Toto' dell'Udinese non è mai venuto a giocare con la casacca del Napoli. Se chiedi di altri due compaesani, Vincenzo Montella e Nicola Caccia, rispettivamente tecnico e collaboratore dello staff viola, qui sorridono ma passano oltre, perchè il clima per la finale di Coppa Italia di sabato prossimo è già iniziato, e sono tantissimi gli abitanti di Castello di Cisterna che saranno di persona all'Olimpico, a tifare Napoli. Gia' in via Selva, sede del Comune le cose un po' cambiano: qui il mister gigliato passeggiava da ragazzino con il padre, falegname, e Montella viene tutt'ora considerato un idolo ed un punto di riferimento. Certo, magari contro il Napoli non si fara' il tifo per lui, ma se dovesse vincere, sara' comunque un successo di uno di loro, cresciuto fra la sede Fiat di Pomigliano d'Arco ed il Parco Nazionale del Vesuvio. Degli oltre 7000 abitanti di questo comune, diciamo che la percentuale in vista della sfida dell'Olimpico sara' di 80% a favore del Napoli, e 20% di anti napoletani, piu' che di tifosi viola d'occasione, perchè qui ci sono anche supporters nerazzurri e juventini, che pur di veder sconfitta la squadra partenopea, sosterrebbero chiunque, anche se magari non pubblicamente. La famiglia Montella qui è amata e rispettata, anche perchè discreta e mai appariscente, proprio come il Vincenzo tecnico, che qui viene d'estate, soprattutto ad inizio giugno, nel periodo di maggese del campionato, e non disdegna una passeggiata con i figli, o le foto con i concittadini che riabbraccia volentieri. Quando dici Montella però, sono così tante le persone che ti vorrebbero raccontare un aneddoto che hai quasi paura che ti stiano per rifilare una sola, come direbbero a Roma, perchè non è possibile che ci siano tanti racconti, per un uomo di 38 anni che in realtà a Castello ci è nato ma ci è vissuto pochissimo visto che già a 12 anni era ad Empoli. 'La cosa piu' bella è che sabato tanta gente si riunira' in casa con gli amici e guardera' la partita  tutti insieme– è il racconto di Anna, una signora di mezza età incontrata proprio in pieno centro della città natale anche di Francesco Lodi – Qui bisogna farsi bastare quello che c'è, e quindi anche la sfida fra la squadra del cuore e quella allenata da un concittadino, serve per distrarsi dalle tante sofferenze che ci sono. Qui manca il lavoro, gli hotel chiudono (l'ultimo il Quadrifoglio, 10 giorni fa  per possibili infiltrazioni di mafia ndr.) e i problemi sono tanti, camorra, droga e uso di armi. Ecco perchè, piu' di tutti, speriamo di vedere una bella partita. Poi se vincera' il Napoli, ancora meglio'.



     

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