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  • Cesenamania:| Troppo professionismo

    Cesenamania:| Troppo professionismo

    Dopo una prestazione ben oltre i limiti dell'indecoroso come quella dell'Olimpico, il morale in Romagna è vicino ai minimi storici stagionali. Difficile in effetti cercare punti di vista ottimistici dopo aver messo insieme uno score a dir poco agghiacciante nelle ultime trasferte, con 13 gol subiti e tre soli segnati, che hanno portato ovviamente zero punti in classifica. Roma, Udine, Bergamo: non era magari su questi campi che i bianconeri dovevano costruire la rincorsa salvezza (anche se l'Atalanta in realtà è ancora una diretta concorrente), ma nemmeno affrontare squadre più quotate deve significare automaticamente squagliarsi in campo e perdere malamente. Sia chiaro, il Cesena non è diventato improvvisamente più scarso di prima: è sempre lo stesso, è una squadra il cui collettivo rende sul campo molto meno di quanto direbbe la carta.

    Ma dopo aver subito tre gol in nemmeno otto minuti, il sottoscritto dovrebbe essere ad un passo dall'idiozia per parlare di sfortuna, di secondo gol di Totti in fuorigioco e di fiducia per un pronto rilancio. Ciò di cui ha senso, invece, parlare è di professionalità, termine usato e talvolta abusato quando si parla di pallone; basti pensare al più classico dei cori di contestazione, 'andate a lavorare'. Su questo non ci sono dubbi, i bianconeri a fare il loro lavoro ci vanno sempre; tuttavia la sensazione è che quando la domenica si indossano calzettoni e scarpini, qualcuno sia eccessivamente professionista, nel senso più letterale del termine, quello di svolgere il proprio lavoro. Niente cattiveria, niente grinta, niente concentrazione, niente voglia di vedere il gagliardetto del cavalluccio ancora in serie A anche nella prossima stagione. 

    In effetti il professionista (specie se nella seconda parte della propria carriera) sa che anche con una retrocessione, uno straccio di contratto da qualche centinaio di migliaia di euro lo si trova sempre. Qualche singolo, però, non ha ancora ben compreso come in riva al Savio ci sia una storia, una passione, un progetto a cui tutta una città tiene enormemente; e se mi è concessa una riflessione personale, credo che proprio qui stia il maggior problema del Cesena di questa stagione. Più degli schemi, più delle tattiche, più dello stesso mercato - che fin qui non pare aver rinforzato adeguatamente l'organico - sono altre le cose sulle quali un tifoso come Arrigoni dovrà essere supportato da tutti i suoi giocatori: meno professionalità in campo e un piccolo tentativo di voler davvero bene a questi colori. Questo sì che sarebbe un rilancio.

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