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  • Chi vi ricordano gli assi di Ranieri?

    Chi vi ricordano gli assi di Ranieri?

    • Stefano Palmieri
    Tredici agosto 2008, dopo l'oscurantismo di Calciopoli c'è da prendere per mano la Juventus e riportarla in Champions League, prima però c'è l'Artmedia Bratislava, nell'andata del terzo turno preliminare il popolo bianconero torna allo stadio Olimpico di Torino, pullman e cartelli da Puglia, Sicilia, dal mondo, la voglia di Europa ritma i battiti. Ci sono Buffon e Chiellini, c'è Del Piero che segnerà uno dei suoi gol più belli e misconosciuti. E c'è Claudio Ranieri, l'uomo che serve, da serate di gala.

    Ventiquattro maggio 2015, segnano Vardy, Albrighton e Ulloa, maddai segna pure il grande Esteban Cambiasso che di lì a poco lascerà quel manipolo di arditi: dall'ultimo posto in classifica sino alla salvezza timbrata in maniera definitiva con la festa del 5-1 al QPR. A questo punto dell'anno scorso si guardava gli altri dallo sprofondo, poi sette vittorie nelle ultime nove giornate; eh sì, si resta in Premier League, almeno un'altra stagione, il Leicester continua a mangiare al tavolo degli adulti.

    Poi ecco il dio degli sportivi, quello che segue e legge tutto e ogni tanto aiuta a complicare la cose. O a rimetterle a posto, come nessuno però si aspetterebbe. E' il dio che porta Francesca Schiavone a conquistarsi il Roland Garros e a ridere sotto la Tour, o Robertina Vinci a prendere a schiaffoni Serenona Williams che vorrebbe essere da un'altra parte, in posizione fetale, a chiedersi perchè il Grande Slam è volato via come un drone cattivo.

    E allora il Leicester, che nel frattempo ha sposato l'uomo-Ranieri, sale sulla biga e parte. Con quel cavallo di Vardy, 13 reti nelle prime 11 giornate, nemmeno van Nistelrooy, non un centravantucolo, era arrivato a tanto. Vardy sì, un po' Sheva un po' Altobelli, un po' Massaro un po' Belotti. Allunga con Kanté, sradicapalloni dall'animo gentile, un po' Davids, un po' Gattuso, un po' Desailly. Si innalza con quel diavolaccio di Mahrez, un po' Recoba, un po' Djorkaeff, un po' Mancini, ma il Mancio doriano, quello che carezzava la palla mettendola a dormire nelle porte. Ingrana la sesta con Drinkwater, un po' Marchisio e un po'...

    Ecco, qui comincia il gioco per chi ha avuto la pazienza di seguirmi. Per i nostri lettori: chi vi ricordano in campo i genietti che stanno facendo grande il Leicester? Noi ci abbiamo provato, nominandone qualcuno. Senza volerli accomunare, soltanto avvicinandoli per eventuali somiglianze in campo.

    Su Ranieri no, lì non ho dubbi: Ranieri ricorda il primo uomo che mise piede sulla Luna. Era il 21 luglio 1969, lui era Neil Armstrong e noi a guardarlo col naso spiaccicato alla tv, alle 5.56 di mattina. Un po' come adesso si fa con Sir Claudio, baronetto per meriti sportivi già da ora, già da ieri. Comunque vada sarà un successo. Anzi: IL SUCCESSO.

    Claudio Ranieri a "cavallo" Vardy: "Quando perdiamo la palla devi aiutarci, se tu cominci a pressare i tuoi compagni ti verranno dietro" (settembre 2015).

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