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  • Romamania: grazie Mazzarri! Ora con lo Shakhtar brutti, sporchi e cattivi

    Romamania: grazie Mazzarri! Ora con lo Shakhtar brutti, sporchi e cattivi

    • Paolo Franci
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    L'importante sarà non crederci. Non credere che tutto sia a posto, che in fondo sette gol in due partite valgono il certificato di guarigione. L'importante sarà non pensare che il mal d'Olimpico, con i tre gol rifilati al Torino, sia finalmente alle spalle. Il segreto, forse, sarà invece nel sentirsi brutti, sporchi e cattivi come nei film di Sergio Leone. Sentirsi lo Sean di Giù la Testa, o un giovane Noodles in C'era una Volta in America. O, ancora, il Biondo, Tuco Ramirez e Sentenza, quelli de Il Buono, il Brutto e il Cattivo. Bisognerà pensarla al contrario. Scendere in campo con la consapevolezza che i problemi non sono risolti con due vittorie. Bisognerà sentirsi la Roma del primo tempo, quella che contro il Toro non ha fatto lo straccio di un tiro in porta, salvata ancora una volta da Alisson. Non bisognerà, affrontando lo Shakthar, assaporare il secondo tempo contro il Toro, quando la Roma ha affondato e segnato tre gol. Non bisognerà farlo perchè il gol che ha sbloccato la partita è arrivato su calcio d'angolo e da lì è stato più facile. Non bisognerà farlo perchè Mazzarri, ad esempio, togliendo il migliore in campo (Iago Falque) te l'ha facilitata parecchio, anche se la sua squadra non ne aveva più. Non bisognerà farlo perchè si fatica maledettamente e ancora nel trovare la via della porta. Non bisognerà sentirsi svelti quando invece si è lenti nel far girare palla e nelle idee.

    Certo, poi ci sono cose positive o incipit di buone notizie. Il Ninja, ad esempio, tornato a strappare il campo con i guizzi di un tempo: non siamo ancora ai suoi livelli stratosferici, ma insomma. O Manolas, che ha usato tutto il suo strapotere fisico-atletico per chiudere il Gallo nel pollaio. Senza contare quel gol con struggente dedica all'amico che non c'è più. L'importante, lo ripeto, sarà non crederci. Non sentirsi una Grande Roma, creando però i presupposti affinchè, con il passar dei minuti, emerga la Grande Roma che era stata capace di prendere a ceffoni il Chelsea vincendo il girone di Champions. Una Roma, dunque, che c'è stata, l'abbiamo vista, e che quindi può esserci ancora.

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