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  • Conte come Mou: ha il diritto di esultare. Fuga dagli stadi, razzismo, arbitri, bilanci in rosso: questi sono i veri problemi

    Conte come Mou: ha il diritto di esultare. Fuga dagli stadi, razzismo, arbitri, bilanci in rosso: questi sono i veri problemi

    Due giorni. Sono quasi due giorni che la parte avariata del sistema dell'informazione sportiva è andata in corto circuito, crocifiggendo Antonio Conte.

    L'allenatore pugliese è reo di avere esultato a Bologna per la vittoria della Juve e di avere condiviso la gioia con i propri giocatori e con i propri tifosi. E giù dibattiti, concioni, trattati socio-para-psicologici sul nulla. Il calcio è anche gioia, passione, condivisione di sentimenti positivi: forse Mourinho che esultava sul prato del Bernabeu dopo avere vinto la Coppa dei Campioni con l'Inter non aveva diritto di farlo? E così tutti gli allenatori e i giocatori che non sono degli stoccafissi?   

    Conte, al Dall'Ara non ha offeso nessuno, pur venendo sistematicamente insultato e vilipeso ogniqualvolta guida i Campioni d'Italia lontano dallo Juventus Stadium. Dove, sia chiaro, si rintanano manipoli di barbari che se ne infischiano della storia, del blasone e del prestigio del club più scudettato e intonano cori razzisti, espongono striscioni indecenti, compiono atti di inciviltà sportiva.

    E, prima che cominci il solito scaricabarile delle fazioni tifoidee, all'insegna del così fan tutti e quindi lasciateci in pace, questi sono gli stessi cori, gli stessi striscioni che spuntano in troppi altri stadi, sempre meno frequentati, sempre più malfrequentati.

    Federcalcio e Lega di A si illudono che per estirpare il cancro dell'antisportività bastino multe, troppo spesso ridicolmente esigue. I razzisti sghignazzano e il degrado peggiora.  

    Questi sono i veri problemi del calcio italiano, altro che le esultanze di Conte e le misurazioni del suo tasso di esultanza.

    Per non dire dei bilanci in rosso, del debito con l'Erario, dei biglietti e degli abbonamenti rincarati alla faccia della crisi, del calendario spezzatino prigioniero dei palinsesti tv; della vergogna Is Arenas che calpesta i diritti dei tfosi del Cagliari; del disastro tecnico di arbitri vistosamente mediocri e di giudici di porta, inutili come le facezie del mesozoico Platini sulla tecnologia che attenta alla sacralità del calcio; delle tessere del tifoso per schedare chi ama davvero il calcio e non stanare chi affossa il calcio; dei tornelli e dei biglietti nominativi che non servono mai per individuare i barbari e cacciarli definitivamente dagli stadi, come accade in ogni Paese civile.

    Da noi, invece, è normale prendere a sassate il pullmann della squadra avversaria, offendere i tifosin rivali e persino le vittime di un'immane tragedia come l'Heysel, dileggiare Balotelli e poi afannarsi a precisare che no, se gridi "Non esistino negri italiani" non sei un razzista, ma lo fai per scoraggiare Balotelli. Anche questa ci è toccata leggere. Poi uno si domanda come mai a Conte venga voglia di espatriare.

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

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