La Juventus segna poco e ha il peggior attacco fra le prime tre della classifica (39 gol all'attivo, contro i 41 della Lazio e i 53 del Milan). Fra gli attaccanti bianconeri, il più prolifico è Matri (10 gol), seguito da Vucinic (4) e Quagliarella (2), mentre Del Piero e Borriello sono ancora a secco.

Al netto delle considerazioni tattiche (Borriello aiuterebbe di più la squadra in fase difensiva) e tecniche (le coppie Quagliarella-Borriello e Vucinic-Borriello sarebbero più compatibili rispetto a Quagliarella-Matri o Vucinic-Matri), resta il freddo dato numerico, che di rado mente: Matri è il miglior uomo gol della Juventus e nelle ultime tre gare, due volte non è stato schierato titolare (con il Milan, gara che poi la Juve ha pareggiato grazie a un suo gol, e a Bologna, dove è rimasto in panchina per tutti i 90').

La domanda, che rivolgiamo ad Antonio Conte, è solo una: perché? Non vorremmo che a pesare fosse una sorta di 'pregiudizio' del tecnico salentino nei confronti dell'attaccante lodigiano. Torna alla memoria, infatti, una considerazione fatta a inizio stagione da Mario Sconcerti sul Corriere della Sera: Conte non vede Matri perché non sa fare l'uno-due, perché è 'solo' un uomo gol ma non sa dialogare con il compagno di reparto.

Se il motivo delle frequenti panchine di Matri fosse questo, crediamo che per Conte sia arrivato il momento di rivedere questo, eventuale, giudizio: quello che serve alla Juve, ora, è poroprio un uomo gol, e non importa poi che il suo fraseggio con gli altri attaccanti sia il più raffinato del mondo. In un momento difficile, nel quale la Juve soffre, accusa i primi infortuni stagionali, perde contatto dal Milan, ma comunque costruisce ancora un buon numero di palle gol, uno che vede la porta come Matri andrebbe schierato sempre, senza se e senza ma. E poi, nel corso di questo campionato, Matri ha dimostrato anche si saper fare l'uno-due al limite dell'area: ricordate il gol di Marchisio all'Inter?