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  • Conte si sfoga: 'Vinceremo più di prima'

    Conte si sfoga: 'Vinceremo più di prima'

    Il tecnico si sfoga con familiari e amici: "Sono infuriato e quest’anno faremo maggiori miracoli".

     
    "Mi hanno fatto arrabbiare di brutto, mi sento un toro infuriato e adesso sono cavoli loro nel senso che quest’anno la Juventus farà nuovi miracoli e vincerà più della scorsa stagione!". 
     
    Antonio Conte, sangue caldo, uomo del sud in tutto e per tutto, si sfoga così in famiglia e con gli amici più cari. Il toro infuriato non parla che di giustizia, una giustizia che grida vendetta al cielo per chi si sente innocente al mille per mille.
     
    Questa doccia fredda è diventata insopportabilmente gelata, gli elogi per la splendida cavalcata di un miracoloso scudetto dove sono andati a finire? Un esempio: avete dimenticato che Paolo Rossi ha sentenziato che quella di Conte è la più divertente Juve degli ultimi trent’anni, superiore a quelle di Trap, Lippi e Capello?
     
    Altro esempio: avete dimenticato che Nevded lo ha definito un fuoriclasse della panchina? Terzo esempio: avete dimenticato che Montero qualche mese fa ha sentenziato che un uomo coraggioso come lui lo trovi sempre in prima linea? 
     
    E infatti non ha patteggiato perché "con le porcherie del calcio scommesse c’entro come il cavolo a merenda". Da uomo con la schiena diritta preferisce una dura condanna a un meschino compromesso. Certo lo accompagnano anche umanissimi dubbi, ovvero che la sua immagine, fra equivoci, chiacchiere, accuse vere o presunte venga definitivamente compromessa. Di una cosa è sicuro: con Agnelli non rischia nulla, il presidente che pretende 437 milioni dalla Federazione per danni morali e materiali causati alla Juve non rinuncerebbe al suo allenatore neanche se le dessero cinque anni di squalifica. 
     
    Per questo Conte si sente forte anche in un momento di debolezza, per questo è convinto che un briciolo di giustizia al processo non può non venire fuori, per questo pensa, nonostante tutto, che non ci sia solo l’Italia dei Carobbio e degli Schettino. Conte non commenta le parole al cianuro di Vergassola, vecchia bandiera del Siena che proprio a proposito di Carobbio, in questi giorni, ha sparato a zero: "Avevamo una serpe in seno e non ce ne eravamo accorti!".
     
    Invece commenta la partita di Supercoppa col Napoli ("Vinceremo sputando il sangue!"), aspetta quattro rinforzi (un difensore, un fluidificante di sinistra e due attaccanti) e sta pensando ai mesi di prigionia fuori dalla panchina. Un leone in gabbia che soffrirà da matti e che sta affinando l’intesa con l’amico Carrera perché vuole vincere, lo ha detto a chiare note, ancora di più. Per vendicare un’ingiustizia così grossa che più grossa non si può.
     

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