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    Costacurta: 'Italia, Ventura il principale responsabile del fallimento. La fascia per Astori? C'è una regola e va seguita'

    Costacurta: 'Italia, Ventura il principale responsabile del fallimento. La fascia per Astori? C'è una regola e va seguita'

    Alessandro Costacurta, sub-commissario FIGC, ha commentato l'inizio dell'avventura del ct dell'Italia Roberto Mancini in gare ufficiali, prevista per questa sera in Nations League contro la Polonia: "Dev'essere una storia diversa da quella dell'ultimo anno. Spero che tutti noi si riesca a dimenticare cosa è successo e ripartire. Ho avuto l'impressione che si sia massacrato il calcio italiano: forse gli svedesi non erano poi così scarsi. Ci sono delle vie da seguire. Roberto è stato chiaro: ha detto che vuole che la squadra giochi bene, vinca e abbia coraggio".

    SU VINCERE O GIOCARE BENE - "Oggi credo sia importante vincere, giochiamo contro una squadra atletica e con più minuti nelle gambe. Lo abbiamo visto con l'Under 21 ieri: può diventare complicato. Però noi sappiamo cosa vogliamo fare e vogliamo tornare a vincere".

    SUI POCHI GIOVANI - "Sarebbe bello non preoccuparsi, invece secondo me c'è da preoccuparsi. Quel problema c'è, però io in questi 3-4 mesi ho vissuto anche le nazionali giovanili, penso che tra poco tanti giocatori italiani giocheranno. Ho tanta fiducia, c'è qualità e aumenteranno gli italiani che giocheranno. Non so se abbastanza per tornare a vincere, ma per togliersi delle soddisfazioni questo sì".

    SU VENTURA - "Immagino che la mancata qualificazione faccia male anche a lui. È un dolore che ci portiamo dietro tutti, lui essendo il principale responsabile forse più degli altri. Io continuo a ripetere, secondo me non è l'unico responsabile".

    SULLA POLEMICA PER LA FASCIA DEDICATA AD ASTORI - "Il mio pensiero è che quella regola sia sbagliata. Io credo che la fascia da capitano debba essere quella che ogni capitano desidera. C'è una regola: io ho giocato con Davide e credo che anche lui direbbe di rispettare le regole. In Italia siamo abituati a pensare alla sensibilità. Una regola c'è: lavoreremo con la lega per cambiarla, ma intanto c'è, perché non rispettarla? Poi lavoreremo per cambiarla perché è sbagliata, ma intanto c'è".

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