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  • Da Ronaldo a Sneijder: Inter da troppo tempo senza la poesia di un numero 10

    Da Ronaldo a Sneijder: Inter da troppo tempo senza la poesia di un numero 10

    • Pasquale Guarro

    Alcune cose non possono proprio essere sminuite, nonostante la ragione induca a pensarla diversamente. Parliamo di calcio e di maglie, ma soprattutto di un numero, che per chi respira questo sport ha un significato quasi mistico: il dieci. E il calcio è un “gioco” dove il solido muro eretto dal senno, che a tante cose può resistere, crolla in frantumi se sollecitato dagli scossoni prodotti dalla forza dei sogni. Perché nel tempo la dieci l’hanno desiderata tutti i bambini dei campetti di periferia, quelli che poi sarebbero diventati Totti, Del Piero e Baggio, ma che non potevano ancora saperlo. Ed è a questo incrocio che la ragione lascia strada all’irrazionale, accettando che la dieci, nel calcio, non potrà mai essere uguale a tutte le altre casacche. 

    DA RONALDO A SNEIJDER - Da grandi poteri derivano grandi responsabilità e chi mette sulle spalle il dieci lo sa bene. Talmente bene che poi il rischio è quello di non sentirsi all’altezza. Il dieci genera tormento, non è per tutti, ma è tagliato su misura per chi ama domare le pressioni, per uomini incoscienti guidati più dall’istinto che dalla logica. Una figura che in nerazzurro manca da troppo tempo, considerando le leggende del passato e qualche delusione legata al presente. In ordine cronologico gli ultimi tre dieci dell’Inter sono stati Kovacic, Jovetic e Joao Mario. Forti, ma non ancora all’altezza dello scettro. Soprattutto perché la storia nerazzurra racconta di numeri dieci che hanno fatto inginocchiare il mondo: da Suarez a Matthaus fino arrivare a Ronaldo, che in realtà era un essere mitologico con la potenza del nove e la fantasia del dieci. Una rara eccezione che l’Inter ha addirittura potuto vivere due volte grazie all’arrivo in nerazzurro di Adriano, altro extraterrestre fermato da alcuni mostri che solo la mente umana può creare. L’elenco è lungo, ma ricordiamo Beccalossi, Baggio, Seedorf, Bergkamp, oltre che ai già citati Suarez, Ronaldo e Adriano. E poi non possiamo escludere l’ultimo vero dieci ammirato al Meazza: Wesley Sneijder. 

    IL CASSETTO DEI SOGNI E DELLE ESIGENZE  - È dai tempi dell’olandese che gli interisti non possono contare sulle intuizioni di una mente che va per conto proprio. Caratteristica che Spalletti - sotto altra forma - ha spesso cercato la scorsa estate quando improfumato si era avviato al cancello della Pinetina. Ed è ciò che in effetti manca un po’ a questa Inter. Perché Joao Mario (che il dieci ce l'ha stampato dietro le spalle), è ancora acerbo e Borja Valero è più un saggio predicatore che un imprevedibile genio sconsiderato. A gennaio non sarà ancora possibile aprire il cassetto dei sogni, ma Suning deve fare in modo che ciò avvenga almeno a giugno, perché la pazza natura dell’Inter avverte l’esigenza di un dieci.

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