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    Dai narcos al Mondiale, il Gran Capitan unisce il Messico: Marquez fa la storia

    Dai narcos al Mondiale, il Gran Capitan unisce il Messico: Marquez fa la storia

    • Stefano Benzi
    Per tutti in Messico è El Gran Capitan: inutile cercare paragoni tra le pagine di storia dove qualche Capitan d’eccellenza c’è stato. Ma era spagnolo. L’appellativo gli è stato appiccicato quando superò in numero di presenze Jorge Campos: ora Rafa Marquez è a quota 143. Il secondo posto di Pavel Pardo è tre gettoni più su: quello di Claudio Suarez sarà difficilmente raggiungibile a 177. Ma Marquez, nonostante qualche fallaccio gratuito sia in Messico che con la maglia del Tri, era e resta El Gran Capitan. 

    Anche oggi che ha deciso di lasciare definitivamente il calcio dei club ritirandosi dall’Atlas. Ha lasciato la porta aperta a Osorio, il CT della nazionale, se dovesse avere bisogno. Marquez ha chiuso la stagione bene, in una discreta condizione fisica: niente gol ma ventuno presenze. Il record che Marquez insegue è quello di poter vestire la maglia della nazionale per la quinta volta a un Mondiale e di entrare in un top club esclusivo che racchiude solo Lothar Matthaeus, il suo connazionale Antonio Carbajal e il nostro Gigi Buffon

    Tuttavia la situazione non è così semplice: gli ultimi mesi sono stati di grande polemica intorno al Capitan. Il motivo più grave di discussione è un’indagine federale americana nella quale il nome di Rafa Marquez compare accanto a quello di trafficanti di armi e di droga. Marquez aveva appena giocato la sua 143esima partita con la maglia del Tri ed esplose la bomba… La vicenda è davvero seria e coinvolge 20 persone eccellenti del mondo messicano: sportivi, musicisti, uomini di spettacolo. C’è Julion Alvarez che ha vinto un Grammy e un imprenditore famoso come Raul Flores Hernandez che sembra essere l’uomo centrale dell’indagine. I nomi li avrebbe fatti lui. 

    Marquez ovviamente si è presentato agli inquirenti per dare la sua versione dei fatti e si è dichiarato completamente estraneo: ma l’armatura del capitano ora è macchiata e la gente non sa più a cosa credere anche perché l’indagine va avanti e scoperchia altri pentoloni che riportano ai potentissimi cartelli della droga di Sinaloa e Jalisco. Marquez ha sospeso la sua attività per alcune settimane e ha ripreso a giocare solo dopo essere stato scagionato dalle accuse. 

    Il CT Osorio sa di avere una bella tegola sulla testa: non convocare Marquez sarebbe come mancare di rispetto a un monumento, farlo dopo questa indagine potrebbe addirittura far pensare a una presunzione di colpevolezza. Il tecnico messicano a riguardo ha rilasciato poche dichiarazioni delineando i primi 28 giocatori messicani – tra i quali c’è anche Marquez – ma sono frasi che fanno pensare che El Capitan sarà in Russia. 

    “Prima di convocarlo ho voluto parlargli di persona – ha dichiarato Osorio – e sono andato Guadalajara. L’ho trovato in forma e motivato: è un uomo di squadra, con una carriera incredibile e le qualità di uno straordinario essere umano. Ci siamo parlati apertamente ed è chiaro che sarà con noi solo se i suoi parametri e il suo stato di forma saranno ottimali. Rafa ha lavorato duro, pagando un preparatore di tasca sua, e questo fa capire quanto tenga a essere al Mondiale e a dare il suo contributo. Il Messico non ha un giocatore come lui, con la sua leadership e il suo talento. Per cui se oggi mi chiedete se c’è uno spazio per Rafa dentro la nostra rappresentativa la mia risposta è sì”.

    Il tutto anche se le sue prestazioni quest’anno non sono state straordinarie, se non gioca in nazionale da un anno, se certe voci comunque ci sono, rimangono e infastidiscono. Osorio si prende un bel rischio e spera che El Gran Capitan sia davvero pronto per le sue ultime battaglie sul campo. 

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