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  • Dalla prima volta di Samoa alla centesima di Balotelli

    Dalla prima volta di Samoa alla centesima di Balotelli

    Il pallone è un piccolo mondo moderno. Cavani segna due volte al Manchester City e i sismografi dell’università di Napoli, ai minuti del gol, registrano minime scosse dotto il Vesuvio: chi non salta del Manchester è. Le lontanissime (da noi) isolette di Samoa Americane sono la nazionale numero 204 nel ranking calcistico delle 204 nazioni del mondo iscritte alla Fifa e in 17 anni di presenza non avevano vinto mai, che anzi si erano “guadagnato” il record negativo di perdere una volta (contro l’Australia) 1 a 31 che è il peggior risultato di sempre, un gol ogni tre minuti: interrompono il tabù battendo Tonga per 2 a 1 in una partita di qualificazione a Brasile 2014 e interrompono anche il machismo del calcio, giacché in campo c’è Johnny Selua, nato maschio ma cresciuto come fosse femmina, fa’afafine la chiamano da quelle parti, dalle nostre transgender.


    Poi viene lo spezzatino del campionato nostro, che non è più quello della radiolina per ascoltare cosa fanno negli altri campi, attività che si svolgeva anche in chiesa. Durante una visita parrocchiale di Giovanni Paolo II dalla navata centrale si levò un grido e il Papa chiese al segretario Don Stanislao ” cosa è successo?” e quello gli rispose ”abbiamo segnato”, era un gol della Roma. Stavolta ci sarebbe stato il silenzio giallorosso, giacché a fare gol è stato l’Udinese contro la quattordicesima Roma messa in campo in 14 occasioni da Luis Enrique. Dice un amico: sostengono che i giornalisti ogni volta sbagliano la formazione, ma forse chi la sbaglia è Luis Enrique.

    E arriva il sabato del villaggio calcistico. “Why always me?”, perché sempre io?, è stampato sulla maglia di Balotelli. A SuperMario ne capita un’altra: va nella sua casa incendiata dai fuochi d’artificio che gelosamente custodita, non viene riconosciuto e, mentre traffica con la strumentazione elettronica che ha in salotto (una specie di store dei più moderni gadget, di quelli che si assalgono all’apertura) viene scambiato per un ladro e i vicini chiamano la polizia. Why always me? Perché sempre io?

    A Raffaele Rubino, giocatore del Novara, capita invece, a 33 anni compiuto e quasi 34, una cosa bellissima: segna il primo gol in serie A e diventa l’unico giocatore a fare gol con la stessa maglia in tutte le serie professionistiche, dalla C2 alla A: fedele nei secoli, come i carabinieri, nel calcio che ha ammainato, quasi, ogni bandiera.

    La sera è della Juve, che va in fuga in maglia rosa, cosa che nel ciclismo non succede quasi mai, e anche della Lazio che le tiene testa e la affronta apertamente, coraggiosa e non fortunata. E il tutto si chiude come era cominciato: con un gol di Cavani. In terra bergamasca, dove, come sempre, avevano “cantato” i nordici insulti ai napoletani: puniti dal Matador.


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