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  • Dalle banane a Lotito: ciò che Tavecchio non capisce (o fa finta di non capire)

    Dalle banane a Lotito: ciò che Tavecchio non capisce (o fa finta di non capire)

    Se è vero che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, temiamo che Carlo Tavecchio accusi qualche problema di udito.

    Sono trascorsi 52 giorni dalle ributtanti parole razziste che, all'epoca, il non ancora presidente della Figc pronunciò a Roma presentando la sua candidatura: "Le questioni di accoglienza sono un conto, quelle del gioco un altro. L'Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che Opti Poba è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così". No che non va bene.

    Ieri, intervistato su Rai Due durante la trasmissione "Quelli che aspettano", Tavecchio ha ripetuto ancora una volta il solito ritornell minimizzatore: "E' stata una battuta infelice, dopo un'ora e mezzo che parlavo a braccio e per la quale mi sono scusato subito".

    Battuta infelice? Eh? Delle due l'una: o Tavecchio non capisce o fa finta di non capire. Perché se Palazzi, anziché deferirlo, ha incredibilmente archiviato tutto, l'Uefa non è mica scema. Tant'è vero che ha messo sotto inchiesta il successore di Abete e, come ha annunciato Platini la settimana scorsa a Roma, durante il convegno europeo contro il razzismo, sarà la Disciplinare europea a pronunciarsi. E l'aria che tira non promette nulla di buono per Tavecchio, il quale deve avere un concetto soggettivo a proposito di scuse e di scusarsi.

    Quando comincerà a dire che la sua è stata una battuta infame, che la sua è stata una sortita rivoltante, che minimizzare una frase di questa gravità significa rendere felici i razzisti forse, sottolineiamo forse, il presidente della Figc inizierà a capire le conseguenze pesantissime per l'immagine del calcio italiano.

    Ha fatto caso Tavecchio che Platini non l'ha manco chiamato per nome la settimana scorsa, a Roma, dove lui, nonostante fosse il padrone di casa, era clamorosamente assente "per impegni precedentemente assunti", com'era assente il sodale Lotito? 

    La conferenza si chiamava 'Respect Diversity', ha portato nella Capitale oltre 200 delegati di federazioni affiliate alla Uefa, leghe, club, organizzazioni politiche e di governo, Ong e gruppi di minoranze che affiancheranno esperti e rappresentanti dei media per discutere come combattere il razzismo e la discriminazione nel mondo del calcio. Michel dixit: "Recentemente chi è diventato presidente della Figc ha espresso parole che hanno suscitato stupore e riprovazione. Per questo l’Uefa ha avviato un’istanza disciplinare».

    E conosce Tavecchio il signor Anthony Baffoe, commissario Fifa e ambasciatore di FARE, la campagna antirazzista in Europa? Rivolgendosi a Fiona May, Baffoe ha sbottato: «Avrai tanto da lavorare contro il razzismo, con un presidente neoeletto che non capisce queste cose e ha fatto esternazioni molto gravi. Io non voglio che la Figc ti usi. Le parole di Tavecchio sono state gravi e inappropriate. Non si è scusato davvero, ha detto che non pensava quelle cose: ma bisogna pensare, prima di parlare. La sentenza Uefa? Aspettiamo e poi ne riparliamo... ».
    Com'è la storia della battuta infelice?

    Ma dove Tavecchio si è superato, è stato a proposito di Lotito, la cui invadenza in Nazionale non sta né in cielo né in terra. "Lotito ha tutti i titoli giuridici per partecipare alle attività federali. L'opportunità o meno di essere presente è un fatto personale, non si può imporlo, ma Lotito è un consigliere eletto regolarmente dal sistema sportivo e quindi ha tutti i titoli giuridici per essere presente. In ogni caso la sua presenza non ha mai riguardato lo spogliatoio, dove Lotito non è mai andato. Anzi, dico che negli spogliatoi non è mai entrato nessuno, nemmeno io. Conte e Oriali poi sono due tosti e quello è un luogo che gestiscono loro". E ci manca pure che Conte e Oriali debbano ringraziare Lotito e Tavecchio per non avere messo piede nello spogliatoio della Nazionale: ma in che razza di mondo pensano di essere?

    La questione Lotito non è legata ai 'titoli giuridici' necessari per partecipare alle attività federali e Tavecchio lo sa bene. La questione è stata efficacemente riassunta da Giovanni Malagò, presidente del Coni: "Claudio Lotito lo sa perfettamente che ci sono momenti in cui la natura della persona deve mettere da parte quelle che sono le legittime possibilità che nessuno mette in dubbio. Ci sono cose non scritte che, secondo me, è importante invece vadano prese in considerazione". Ecco, è importante vadano prese in considerazione. E lo dice il capo dello sport italiano.

    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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