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  • De Laurentis nelle mani di Mazzarri

    De Laurentis nelle mani di Mazzarri

    “Se qualcuno vuole andare via, nessuno lo trattiene. Chi vuole stare con noi, starà con noi. Chi non vuole stare con noi, non starà con noi”, De Laurentis incastra Hamsik davanti ai tifosi arrivati a Dimaro. E’ l’emmesima sfida al giovane  slovacco dopo la richiesta di 100 milioni per cedere il contratto al Milan. E sarà il refrain di tutto l’anno: ognuno risponda di ciò che fa!

    Tira la corda il Presidente, con tutti e sopratutto con Raiola, il quale al momento opportuno si toglierà dalla scarpe diverse pietroline. Vincere è bene, stravincere non sempre è opportuno: De Laurentis deve impararlo in fretta.

    Nei comportamenti del cinepresidente c’è infatti il futuro del Napoli: comprerà un top-player da Champions? Arriverà un nuovo attaccante all’altezza di Cavani? Finanzierà subito il settore giovanile senza attendere i soldi della UE? Ingaggerà top-manager per triplicare il fatturato? Costruirà uno nuovo stadio tutto del Napoli?

    Le risposte a queste domande diranno che Napoli dovremo attenderci già quest’anno. Stagione chiarificatrice visto che mancano solo 2 anni  alla conclusione del  decennio fissato da De Laurentis per fare del Napoli una grande d’Europa.

    Alla vigilia del ritiro il cinepresidente  è uscito allo scoperto fissando gli obiettivi dell’anno: “mi aspetto di bissare la qualificazione in Champions”: ovvero primo, secondo o massimo terzo posto (con preliminari) i soli piazzamenti utili dal 2012-2013. Un obbligo per il Napoli che diversamente senza i premi da podio in serie A e quello Uefa per le 6 gare a gironi, si ritroverebbe in forte perdita di gestione. Un macigno quindi per Mazzarri costretto almeno a bissare lo stratosferico scorso campionato.  Lo capì a giugno quando ha saputo che sarebbe rimasto diventando il parafulmine di tutti i mali azzurri.

    Per prendersi questa responsabilità il tecnico ha preteso e imposto tutte le operazioni di mercato, fallendo la trattiva Criscito, superpagando Inler, rinunciando ad un nuovo attaccante per confermare Lucarelli. E conoscendo tutte le insidie della stagione, sopratutto in chiave personale, dice: “dovremo strabiliare”.

    E come?

    Possiamo immaginare che Cavani realizzi ancora 26 gol solo in campionato? Si può supporre che il solo Cavani in attacco possa bastare per giocare dignitosamente 6 partite di Champions? E’ credibile che Cavani, sempre da solo, possa consentire di vincere almeno la Coppa Italia, visto l’apprendistato in Champions e una lotta scudetto che quest’anno riguarderà almeno 6 squadre con le solite Milan e Inter ma anche Lazio, Roma e Juventus?

    De Laurentis ha ammesso che il terzo posto al 4° anno di A è arrivato anche “per demeriti degli avversari”. Aggiungerei la fortuna dei principianti, come lo sono stati Mazzarri e tutti gli azzurri nelle posizioni di vertice della classifica.

    Basterà un solo anno di vertice per maturare l’esperienza indispensabile a vincere?

    Inler alla fine è venuto, scaricato dalla Juve, sognando di riuscirci. E’ l’unico che parla chiaramente di scudetto. Solo vincendo, infatti, potrà arrivare ai 2,3 milioni netti l’anno che avrebbe guadagnato a Torino. E se non dovesse riuscirci è già pronto ad andarsene, come ha chiaramente detto nel giorno da leone alla presentazione: per sempre a Napoli? “Chi può dirlo, il calcio non garantisce nulla”. Precisione svizzera, altro che amore per la maglia, ‘preteso’ da De Laurentis.

    Amore difficile per tutti. Hamisk è ancora pronto a partire, nonostante dichiarazioni e saltelli sulle punte. Gargano pure. Lavezzi non ha mai ricevuto offerte ma è l’unico ad avere la porta aperta dalla clausola rescissoria.

    Per gli altri nuovi arrivati invece non è una fatica giurare amore eterno. Provengono da squadre che hanno lottato per la retrocessione: Dzemaili col Parma s’è salvato per il rotto della cuffia. Britos col Bologna ha rischiato l’infarto. Donadel e Santana, a Firenze hanno patito una stagione da dimenticare. Rosati, portiere di riserva titolare a Lecce, ha incassato una caterva di gol. Fernandez ha fatto capolino nell’Argentina, ma la Copa America ha fatto capire che “checio” Batista era in stato confusionale e Grondona non potendolo licenziare lo ha commissariato con Carlos Bilardo che deciderà  le prossime convocazioni della Seleccion.

    Eppure il mercato del Napoli è stato propagandato tra i migliori, grazie a Inler. Strapagato però se per Vidal, che ha segnato 15 gol in Bundesliga, Marotta non vorrebbe superere i 12 milioni.

    Chiuso il mercato, tutti adesso scrivono e dicono come il cinepresidente vuole: le responsabilità gravano su Mazzarri. Non è così. La scelta di De Laurentis di trattenerlo, dopo aver firmato e stracciato un accordo con  Gasperini andato all’Inter, riconsegnano al cinepresidente il peso della scelta clou.

    Il Napoli per fare il salto di qualità, dovrà cambiare molte cose, dall’organizzazione di gioco alla gestione della panchina durante la gara.

    Con la consapevolezza che i nazionali d’Europa Maggio, Hamisk, Inler, Dzemaili saranno impegnati per gli Europei e come ogni volta, in queste occasioni, da marzo in poi, tireranno indietro la gambetta evitando rischi inutili.

    In sintesi: De Laurentis ha speso 40 milioni per girare le responsabilità della stagione a Mazzarri. Il tecnico lo sa ed ha preteso tutto fino a Lucarelli nello spogliatoio. Ma la scelta di confermare il tecnico coinvolge De Laurentis nel com pito primario: dare al Napoli il salto di qualità con un gioco di livello europeo.

    Se Mazzarri non ne sarà capace, De Laurentis dovrà risponderne. Molto più di quanto dovrebbe fare immediatamente per l’aumento degli abbonamenti: mediamente il 20%, una assurdità con la sfacciataggine dell’arroganza.

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