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  • De Rossi, tre mazzate a Zeman su scudetto, gioco e Juve: 'Basta utopie'

    De Rossi, tre mazzate a Zeman su scudetto, gioco e Juve: 'Basta utopie'

    • Gianluca Minchiotti

     

     
     
    Premessa: fra Daniele De Rossi e Zdenek Zeman ci sono stima e rispetto reciproco, tanto che nel corso del ritiro estivo Capitan Futuro aveva espresso parole di grande elogio per il tecnico boemo. Dato per scontato che entrambi remino nella stessa direzione, con l'unico fine di rendere vincente il progetto giallorosso, non possiamo però non registrare le parole pronunciate dal centrocampista della Roma ieri sera, dopo il pesante 4-1 subito dalla squadra capitolina contro la Juventus.
     
    Punto uno, il discorso scudetto, traguardo indicato come possibile da Zeman per la sua squadra. De Rossi spiega: "Sbaglia chi dice che lottiamo per lo scudetto. Secondo me possiamo ancora sperare nei primi tre posti, dobbiamo tornare in Europa. Non pensiamo allo scudetto, non siamo attrezzati. Non sminuisco nessuno, parlo di valori, dire che siamo costruiti per vincere lo scudetto non è sano per noi. Bisogna cercare di fare punti, non parlare di utopie o altro...". 
     
    Punto due, il gioco della Roma. De Rossi analizza la gara persa contro i bianconeri: "Una serata troppo breve, e una partita mai iniziata. Abbiamo fatto una brutta figura contro una squadra troppo forte. Si poteva affrontare diversamente, invece è stata una partita negativa sotto tutti i punti di vista. Loro hanno anche un po’ mollato, poteva finire peggio. Anche dal punto di vista fisico siamo in ritardo, loro correvano di più e meglio. C’è ancora tanto da lavorare sul piano fisico e tattico, c’è da fare moltissimo. Il mio ruolo? Si fa fatica ad analizzare le posizioni tattiche se non si prende mai la palla. La squadra deve crescere. Il calcio è uno solo, non lo inventa nessuno". 
     
    Punto tre, il paragone con la Juventus: "Non facciamo la gara sulla Juve che lotta per il titolo, non siamo allo loro altezza. Abbiamo incontrato una squadra più forte ed esperta. Sapevano i nostri punti deboli, li conoscevano meglio di noi stessi, sono scesi in campo da grandi campioni".
     
    E così, mentre il ds giallorosso Walter Sabatini accusa la squadra ("Forse abbiamo sopravvalutato qualcuno, alcuni calciatori, per capacità di interpretare partite come questa"), l'analisi di De Rossi va più in profondità: progetto, proclami scudetto, gioco, tattica, preparazione fisica, conoscenza degli avversari... Detto questo, non si preoccupino i tifosi della Roma, perché De Rossi è legato più che mai alla Lupa, tanto da dichiarare, uscendo dallo Juventus Stadium: "Chi me lo ha fatto fare a restare? Non lo dirò mai, io a Roma sto da Dio, solo che quando perdo poi sto peggio degli altri. Sapevo che restando non avrei lottato subito per lo scudetto". A preoccuparsi, da ieri sera, deve essere qualcuno altro...
     

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