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  • Milanmania: De Sciglio è l'ultima sconfitta del Milan

    Milanmania: De Sciglio è l'ultima sconfitta del Milan

    Martedì 22 aprile 2014. Si segnino questa data i tifosi del Milan, perchè potrebbe essere ricordata a lungo come quella in cui si è consumata di fatto  la cessione di Mattia De Sciglio, uno dei pochissimi pezzi pregiati della rosa attuale e, per qualità tecniche e umane, il naturale erede di Paolo Maldini nell'immaginario collettivo. Entrerà invece nella storia come l'ennesimo sacrificio di mercato per dare ossigeno alle casse societarie che all'improvviso, dopo quasi 30 anni di grandeur, sono desolatamente vuote e vanno necessariamente rimpolpate. Ad ogni costo, anche azzerando totalmente il potenziale tecnico della squadra, perchè il proprietario non è più intenzionato a ripianare ogni anno i deficit di bilancio di tasca propria.

    STRATEGIA FALLIMENTARE - Che sia il Real Madrid, il Manchester United, il PSG o una qualsiasi altra big europea la sua futura destinazione, la cessione di De Sciglio è il simbolo del fallimento di una gestione societaria priva di alcuna progettualità e in cui alla voce vendere non corrisponde, in maniera abbastanza naturale, il verbo acquistare. Ma soprattutto, l'interrogativo principale che si pongono oggi i sostenitori rossoneri è il seguente: lo smantellamento in blocco della squadra capace di vincere l'ultimo scudetto, con le ottime cessioni di Thiago Silva e Ibrahimovic dal punto di vista economico e il significativo risparmio sui pesanti ingaggi dei senatori di quella squadra, non era stato presentato dalla dirigenza come un sacrificio necessario per rimettere in pari il bilancio e per scongiurare il pericolo di cedere i pochi elementi di livello rimasti?

    CHI SARA' IL PROSSIMO? - Poi scopri che la stagione passata Stephan El Shaarawy era stato piazzato ai russi dell'Anzhi per 30 milioni di euro, salvo poi assistere al rifiuto del calciatore a trasferirsi a soli 21 anni in un campionato di seconda fascia e quest'anno è il turno di De Sciglio, visto che per Balotelli non esistono pretendenti disposte a mettere sul piatto almeno 25 milioni di euro e a corrispondergli un ingaggio da 4 milioni all'anno. E' stato spiegato che la causa di questa nuova partenza forzata è la mancata partecipazione alla prossima Champions League (che provocherà un ammanco di circa 30 milioni di euro=, circostanza frutto tutt'altro che della casualità, ma di scelte strategiche completamente sbagliate. Giocatori inadatti e strapagati, una squadra di osservatori che non pesca un talento in giro per il mondo da anni e una programmazione assolutamente assente sui giovani. Potremmo riassumere così il momento di crisi attraversato dal Milan, uno degli esempi più lampanti di come in Italia vengano amministrate molte aziende: pagano sempre i meno colpevoli, mentre i padroni del vapore restano al loro posto, sempre e comunque. Soprattutto quando sbagliano.

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