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  • VIDEO Delio Rossi:| 'La Sampdoria non è ancora salva'

    VIDEO Delio Rossi:| 'La Sampdoria non è ancora salva'

    «Contro il Bologna non si devono fare calcoli: è una partita di delicatezza estrema». Delio Rossi diffida della classifica e, anche dopo il pari nel derby, non si azzarda a ritenere al riparo da ogni guaio la sua squadra. «Onestamente la Sampdoria non è salva, si deve ancora salvare - dice con sincerità il tecnico di Rimini -. Nel calcio o arrivi o non arrivi, gli obiettivi o li centri o non li centri: non ci sono tappe intermedie. Tutti gli altri discorsi, compresi quelli sul mio contratto, sono rimandati a quando la Sampdoria sarà certa di confermarsi per un altro anno in questa categoria».


    Che idea si è fatto dell'undici di Pioli? Si può ritenere una formazione a trazione offensiva?
    «Il Bologna è una squadra equilibrata, non a trazione anteriore. Parliamo di una formazione pragmatica, con le sue caratteristiche. È solida, non spensierata. Non gioca alla va o la spacca, e per fare risultato sappiamo di aver bisogno di una prestazione di spessore».

    Al “Dall'Ara” dovrà fare i conti con tante assenze: è un'occasione per valutare il gruppo?
    «La squadra va valutata nella sua interezza, non solo chi gioca con costanza. Sono convinto che chi scenderà in campo ci terrà a fare bene».

    Questi cambi forzati potrebbero dare qualche vantaggio alla squadra in vista della prossima partita?
    «Il possibile vantaggio viene dal desiderio di chi ha giocato meno di mettersi in mostra e di conquistarsi un posto per il futuro; anche perché negli occhi della gente rimangono soprattutto le ultime partite. Paradossalmente chi ha fatto male sinora magari si mette in luce alla fine e può lasciare una buona impressione, viceversa chi chiude così così ne lascia una brutta».

    Ieri si è visto Poulsen sulla fascia mancina, potrebbe essere lui una delle novità nell'undici?
    «La formazione la deciderò la notte prima della partita: mi manca ancora qualcosa per definirla. Posso solo dirvi che non cambieremo sistema di gioco, per cui andranno a ricoprire i vari ruoli quelli che si dimostreranno più adatti».

    Ieri si è fermato anche Sansone, come sono le sue condizioni?
    «Sta bene: uno che si chiama Sansone deve stare bene per forza».

    È stata più difficile la settimana prima del derby, oppure quella dopo?
    «La partita del derby si carica da sola. Se la vinci hai tutti gli effetti positivi, se la perdi ne trai tutte le negatività, se la pareggi, invece, stai in stand-by».

    Negli ultimi giorni c'è stato il botta e risposta tra Krsticic e Matuzalem. Che idea si è fatto a proposito?
    «Io ho detto quello che pensavo subito dopo la partita. Il botta e risposta non mi interessa: la partita per me è finita al 90'. Interpretare quel fallo in quella maniera però ha dato un certo risultato. È come la guerra in Darfur, c'è ma nessuno lo sa. Se al posto di Krsticic ci fosse stato Totti o un altro grande se ne parlerebbe ancora adesso, come si parla della guerra in Afghanistan. Hanno subito liquidato le immagini di quel fallo, ma ci fosse stato un altro forse se ne parlerebbe ancora adesso».

    La vittoria che manca da un po' può essere un problema?
    «Abbiamo pagato quella sosta forzata di 20 giorni, come avrebbe fatto qualunque società media tale e quale alla Samp. Abbiamo avuto diversi giocatori in nazionale, alcuni oltre oceano, e questo può aver pesato. Però conta l'obiettivo, ancor più che la vittoria. Per stare a 9 punti dalla zona retrocessione a 6 giornate dalla fine avrei firmato quando sono arrivato qui».

    Nella partita contro gli Allievi c'era in campo Renan. Dopo tanto tempo potrebbe trovare un po' di spazio anche per lui?
    «I giocatori sanno che la formazione non la faccio sulle partite precedenti, né sulla carriera, né sul colore della pelle, né sull'età. Credo di avere un'onestà intellettuale nel concedere spazio anche a chi magari è stato in tribuna per lungo tempo, preferendolo a chi ha giocato di più. In base a quello che mi danno in allenamento li metto in campo. Sfato una favola: non ci sono pupilli, se io ho uno che mi fa vincere le partite gioca. Non devo andare a cena né al cinema o al teatro con uno che mi stia simpatico, io non faccio beneficenza: lo sport non è beneficenza».


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