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  • Disastro Europa League, crisi Napoli: il calcio italiano è ancora malato

    Disastro Europa League, crisi Napoli: il calcio italiano è ancora malato

    Nel 2014/2015 portavamo la Juve in finale di Champions contro i marziani del Barcellona e Napoli e Fiorentina si fermavano ad un passo da quella di Europa League. Soltanto un anno fa, col passaggio di Juventus e Roma agli ottavi di finale di Champions League e la conquista della fase a eliminazione diretta di Europa League per Napoli, Fiorentina e Lazio l'Italia calcistica sognava la clamorosa rimonta nel Ranking Uefa ai danni di un'istituzione come l'Inghilterra. Circa 365 giorni dopo, siamo a fare i conti con le eliminazioni già certe di Inter e Sassuolo e con un Napoli che contro il Benfica dovrà conquistarsi una qualificazione agli ottavi di Champions diventata improvvisamente problematica dopo il clamoroso ko interno col Besiktas e i successivi pareggi con i turchi e la Dinamo Kiev. Uno scenario a cui vanno ad aggiungersi il passaggio di Roma e Fiorentina alla prossima fase di Europa League, con i viola che dovranno però conservare il primo posto del girone per essere testa di serie al sorteggio.

    In particolare, sta pesando in negativo il bilancio complessivo nella ex Coppa Uefa, ad oggi di 8 vittorie, 5 pareggi e 7 sconfitte su 20 partite: 29 punti collezionati sui 60 a disposizione. Risultati che, uniti a quelli raccolti da Juve e Napoli in Champions, ci portano al mantenimento del quarto posto nel ranking Uefa ma con un margine più ampio dalla Premier, avanti di 3.593 punti. Ancora peggiori sono i numeri limitati a questa stagione: le formazioni di Serie A hanno il coefficente più basso tra i 5 principali campionati europei, 8.583 punti, dietro a Spagna, Germania, Inghilterra e persino alla Francia. La modifica regolamentare della Uefa, che ci regalerà un posto certo in più in Champions dall'edizione 2018/2019 non cancella un momento di debolezza strutturale del nostro calcio, incapace di raggiungere (se non isolatamente) grandi traguardi nonostante i segnali di inversione di tendenza provenienti da un campionato nel quale timidamente i giovani italiani iniziano ad affacciarsi con maggiore regolarità.

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