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  • Dybala: '20 anni alla Juve come Del Piero e Buffon. Ecco perchè ho detto no all'Italia. Sulla numero 10 e Pogba...'

    Dybala: '20 anni alla Juve come Del Piero e Buffon. Ecco perchè ho detto no all'Italia. Sulla numero 10 e Pogba...'

    Lunga intervista di Tuttosport alla stella della Juventus Paulo Dybala, che ha parlato della vittoria dello scudetto al suo primo anno in bianconero, di Argentina e anche di mercato: "E' stata una stagione straordinaria, non solo per come abbiamo vinto lo scudetto, ma per tutto quello che è successo. Da quando sono arrivato in Italia mi sono reso conto che la Juventus non era una squadra come le altre, non esiste una squadra così forte e con uno stadio capace di incutere così timore. Non mi sono mai pentito nemmeno per un attimo della mia scelta, nemmeno quando eravamo lontani dall'Inter perchè avevo la consapevolezza di essere arrivato in una delle squadre più forti del mondo. La Juve di quest'anno mi ha ricordato l’Italia del 2006, che aveva iniziato male il Mondiale, sembrava a un passo dall’uscire e poi lo ha vinto. Quella del 1982? Quel Mondiale non l'ho mai visto. Sin dall'inizio ho capito che sarebbe stato necessario per molti di noi un periodo di assestamento per capire effettivamente cosa fosse la Juventus. Ma la contempo sapevo che era tutto nelle nostre mani e che avremmo cominciato a vincere le partite. L'idea di averlo vinto così rende tutto ancora più incredibile".

    Sul futuro: "Se riesco a immaginarla come quella di Del Piero o Buffon? Veramente sì. La loro storia mi affascina: vent’anni con la stessa maglia diventi un monumento. Sono promesse che non si possono fare perché logicamente non dipende solo da me, ma sarebbe davvero bello per me ripetere quelle carriere, vincere quello che hanno vinto loro rimanendo sempre qui alla Juventus. Indossare la numero 10? Il 10 per ora è occupato e sinceramente spero proprio che rimanga occupato ancora per un bel po' (da Pogba, ndr). Poi se dovesse liberarsi a me piacerebbe molto, anche se il 21 mi affascina: qui alla Juventus lo hanno portato Zidane e Pirlo, non esattamente due qualsiasi. E’ un numero che ha una storia importante e me lo tengo volentieri".

    Sui paragoni con Messi: "Io paragonato a Messi dagli allenatori? A me fa piacere sentire queste cose, non mi pesa per nulla ed è gratificante. Significa che se ti impegni e lavori come un professionista puoi diventare uno dei grandi. Io non so se diventerò come Messi, lui alla mia età aveva già vinto un Pallone d’Oro. Diciamo che adesso il mio obiettivo è vincerne uno anche io e provare ad avvicinarmi al suo palmares. Abbiamo storie diverse, lui a 17 esordiva nel Barcellona...". 

    Sul no alla Nazionale: "Non mi chiamò Conte, ma terze persone che mi avevano spiegato le intenzioni del ct. E’ stato difficile dire di no perché è una nazionale che ha vinto quattro Mondiali, noi argentini per esempio ne abbiamo vinti solo due, ma io mi sento argentino e sarebbe stata una mancanza di rispetto per l’Italia vestire la maglia azzurra solo per convenienza. So che in Argentina ho una concorrenza pazzesca, ma mi sento argentino."

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