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  • E' un Torino convincente

    E' un Torino convincente

    Una cosa è certa: questo Torino  sta avendo un’identità sempre più precisa. Precisa tatticamente, dato che, per quanto riguarda il mercato, la squadra è un vero e proprio cantiere aperto, che certamente non si chiuderà con gli arrivi di Filipe e Obodo.

    Ma intanto, tatticamente dicevamo, il nuovo Toro di Lerda da l’idea (finalmente) di avercela, un’idea. Ad esempio su come stare in campo, su come far avere al portatore di palla (tra l’altro, il Gorobsov visto ieri ha dimostrato di potersi ritagliare uno spazio veramente importante) almeno tre alternative a cui dettare il passaggio, su come attuare in maniera efficace un contropiede.


    Certo, molti giocatori (soprattutto quelli più “robusti”, Bianchi ad esempio, ma anche D’Ambrosio così come un a tratti incerto Pratali) hanno bisogno di più tempo per entrare in forma e trovare la giusta lucidità. Ma sarebbe gravissimo se fossero in forma smagliante a Luglio, nelle amichevoli estive. Ed infatti la prova col Gubbio, affrontato da un Torino B (che difficilmente altre volte vedremo) con giocatori fuori ruolo per mancanza di uomini (Belingheri a destra), con altri che probabilmente non resteranno (il deludente Rivalta, ad esempio), o con altri ancora semplicemente stanchi per aver giocato due partite (Garofalo, gli stessi Bianchi, D’Ambrosio e Belingheri), ha fatto capire come i carichi di lavoro a Norcia sono stati impegnativi, ma non esagerati, visto che già la squadra ha dimostrato di saper correre, e con efficacia.

    Più che della bella prestazione contro il Frosinone (formazione in netto ritardo di condizione), occorre infatti soffermarsi maggiormente sul risultato della seconda partita. I granata hanno sì giocato peggio (per i motivi sopra indicati), ma anche in questo caso l’impronta del tecnico si vede eccome, e non può che essere un segnale molto confortante. L’obiettivo di avere da subito una squadra che sappia giocare al pallone può dirsi quasi raggiunto. Lo sarà solo quando il Torino che hanno in mente Lerda e Petrachi sarà veramente completo, ma intanto, senza esagerare o esaltarsi troppo, un mezzo miracolo è già stato compiuto: da molto tempo, infatti, gli schemi non erano di casa. Il bel gioco, forse, sta arrivando davvero.


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