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  • Empolimania: distrazioni fatali, ma c'è un'identità

    Empolimania: distrazioni fatali, ma c'è un'identità

    • Nico Raffi
    Come condurre una gara esemplare per quasi un'ora e vanificare tutto nell'arco di quattro minuti scarsi. La serie A non fa sconti e, nella partita inaugurale di Udine, l'Empoli di Maurizio Sarri subisce subito lo scotto dell'esordio uscendo sconfitto per 2-0 in una gara dai due volti. Dopo un primo tempo disputato con grande coraggio e personalità dagli azzurri, in avvio di ripresa è il grande ex Totò di Natale a incarnare perfettamente il letale cinismo di una categoria che non ammette distrazioni e ha la forza di colpirti proprio quando hai la sensazione di aver incanalato il match nei binari giusti. 
     
    Nel post-bellico scenario di uno stadio Friuli in costruzione, anche l'Empoli assomiglia per lo più a un cantiere, nel quale s'intravede la struttura di una squadra dotata di un preciso e propositivo impianto di gioco mandato a memoria dai suoi generosi interpreti, ma ancora lontana dal possedere quelle doti di concretezza e pragmatismo che, in serie A, fanno la differenza. Nella prima frazione di gioco Tavano e compagni palleggiano in bello stile, manovrano con efficacia, s'impadroniscono  del pallino del gioco e vanno vicini al gol in almeno tre circostanze. I bianconeri di Stramaccioni, che non stanno affrontando un completo restyling come quello a cui è stato sottoposto l'impianto del Friuli ma devono ancora assimilare il cambio di guida tecnica avvenuto in estate, soffrono per tutto il primo tempo e faticano a prendere le misure a una squadra che scende in campo con l'entusiasmo dell'esordio e l'incoscienza di chi non ha niente da perdere. 
     
    Eppure, già al decimo minuto della ripresa, la serie A presenta il conto, salato e amarissimo per la generosa squadra di Sarri. Lo serve, con glaciale freddezza, un campione che non ha mai dimenticato la cittadina toscana da dove è iniziata la sua luminosa carriera e dove, in futuro, tornerà per viverci. Di Natale, alla vigilia, aveva promesso di segnare due reti al grande amico Fabrizio Corsi, presidente dell'Empoli. Promessa puntalmente mantenuta anche se il fuoriclasse napoletano non poteva ancora sapere che il debuttante terzino azzurro Vincent Laurini avrebbe agevolato il suo compito fornendogli un clamoroso quanto involontario assist che chiudeva anzitempo il match. 
     
    L'harakiri dello sfortunato difensore francese e le giocate individuali di Di Natale e Muriel non devono comunque abbattere gli uomini di Sarri. L'Empoli visto a Udine ha giocato a testa alta per almeno un'ora senza snaturare le proprie caratteristiche: cercare di imporre la propria fisionomia di gioco a prescindere dal valore dell'avversario, senza calcoli, utilitarismi o atteggiamenti ostruzionistici. Anche quando questi si chiama Roma, prossima 'mission impossible' cui sono chiamati i toscani. Maurizio Sarri sa che l'ardua strada della salvezza passa proprio attraverso la sua coerenza tattica, attraverso un'idea di gioco in continuità con il passato, la valorizzazione della linea verde e la graduale integrazione dei nuovi come Bianchetti, Vecino, Laxalt, Aguirre e Zielinski, destinati a crescere nel corso della stagione. Se a ciò si somma l'imminente recupero di un giocatore fondamentale come Massimo Maccarone, assente alla prima e leader carismatico dello spogliatoio nonchè profondo conoscitore della categoria, ecco che motivi per guardare con maggiore positività al futuro non mancano.  
     

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