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  • Fiorentina, Ilicic come Cerci?

    Fiorentina, Ilicic come Cerci?

    • Luca Cellini
    Dodici anni di gestione Della Valle, una dodecade di stagioni in casa Fiorentina sotto la guida della famiglia proprietaria del celebre marchio di abbigliamento Tod’s ed in mezzo a tante storie, episodi e circostanze, anche piccoli-grandi romanzi che riguardano una serie di giocatori. Storie belle, come le favole delle notti in Champions League, ma anche sconfitte epiche e battute d’arresto che avrebbero potuto segnare la svolta. Dalle stelle alle stalle per tanti atleti che hanno avuto il giglio sul petto in questi campionati con gli imprenditori marchigiani come padroni: da Alberto Gilardino a Sebastien Frey, da Thomas Ujfalusi a Dario Dainelli. Nonostante i buoni rapporti generali con cui molti calciatori hanno chiuso i loro vincoli contrattuali, ci sono alcuni atleti che hanno avuto legami burrascosi soprattutto con la tifoseria, usando quest’ultimo motivo molto spesso come pretesto per una loro partenza.

    MONTOLIVO - In principio in questa piccola selezione di giocatori ci fu Riccardo Montolivo, tornato dal Mondiale di Sudafrica 2010 con un accordo sulla parola per il rinnovo del contratto che non fu mai messo nero su bianco, tanto da portare alla una rottura prima con la società e poi gran parte dei supporters gigliati. Celebre il gesto del dito davanti alla bocca con cui l’oggi capitano del Milan rispose ai fischi di gran parte dello stadio durante un Fiorentina -Udinese stagione 2010-2011, replicato poi dalle mani portate alle orecchie quasi a voler provocare gli stessi tifosi gigliati che ce l’avevano soprattutto con lui per quel mancato prolungamento. Nonostante un rendimento di poco superiore alla sufficienza, e due gol decisivi per la salvezza viola in una sfida da dentro-fuori con il Novara, ancora oggi Montolivo è inviso a Firenze, nonostante il calciatore non abbia mai parlato male della piazza, neanche una volta giunto a Milano.

    LJAIJC - Lo ha seguito nel rapporto burrascoso con una fetta importante di tifoseria Adem Ljajic, scostante nel rendimento e celebre per alcune uscite fuori campo tutt’altro che ortodosse. Quando l’ex compagno di stanza di Stevan Jovetic fu ceduto alla Roma non nascose che alla base del suo mancato rinnovo di contratto vi fu anche il suo feeling non da rose e fiori con la maggioranza dei supporters gigliati.

    CERCI - E veniamo ad Alessio Cerci, che nella sua avventura in maglia viola pagò un po’ l’essere strapagato, pur essendo ad un anno dallo svincolo dalla Roma, un pò il suo modo non elegante di porsi alla gente. Nonostante i gol a grappoli nell’anno di grazia 2011-2012, non ci pensò due volte ad accettare il Torino perché canzonato dai cori dei tifosi e fischiato, a suo dire, ad ogni mezza partita giocata male. Anche lui non fu tenero con Firenze ed i suoi sostenitori una volta giunto in maglia granata. 

    ILICIC - Il presente dice di un Josip Ilicic che, pur essendo apprezzato dall’allenatore e difeso dal club, che lo ha pagato ben 9 milioni di euro, potrebbe usare il rapporto pessimo con la maggioranza della tifoseria viola come pretesto per una sua partenza nella prossima sessione di mercato di gennaio. “Why always me?” ha detto lo stesso Ilicic nelle ultime ore ad amici e conoscenti, parafrasando il Balotelli di qualche anno fa, sfogandosi con i compagni, dopo i primi racconti, poi ridimensionati, di una sua discussione con alcuni tifosi gigliati, domenica scorsa a Cagliari per una felpa non omaggiata a quest’ultimi che invece ne facevano insistente richiesta.

     

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