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  • Fiorentina, un rimpianto chiamato Dainelli

    Fiorentina, un rimpianto chiamato Dainelli

    • Luca Cellini
    Parafrasando una canzone si potrebbe dire che per alcuni calciatori il rapporto con una piazza è talmente forte, che quando la lascia, si spera sempre che il giocatore faccia 'un giro immenso e poi ritorni'. Un esempio potrebbe essere in chiave Fiorentina Dario Dainelli, difensore attualmente al Chievo ma che a Firenze ha lasciato dei cuori spezzati, sia in società che nei tifosi. Dopo la sua partenza infatti, tranne forse il duo Savic-Gonzalo Rodriguez, non ci sono stati altri centrali difensivi che abbiano avuto come il  classe '79 di Pontedera un rendimento così alto da superare l'ex anche di Lecce e Brescia. Dainelli non solo è rimasto legato al club ma anche ad alcuni compagni di squadra, quei pochi rimasti, che c'erano quando l'attuale numero 3 del Chievo era un giocatore viola. Ma il marito di Rachele Rebecchini e' stato un obiettivo di mercato della Fiorentina anche lo scorso mese di gennaio, quando il duo Prade'-Macia ha provato a richiedere al presidente Campedelli di lasciar partire Dainelli, salvo trovarsi di fronte al muro opposto dal tecnico clivense Eugenio Corini. Un Dainelli rimpianto anche per il suo ottimo modo di gestire il gruppo a Firenze quando era capitano, tanto che quando parti', nella sessione di mercato del gennaio 2010, non a caso la Fiorentina si disintegro' tecnicamente e a livello di rapporti umani, con la decisione di affidare la fascia di leader sul braccio di Riccardo Montolivo che non piacque a parte dello spogliatoio. Dainelli che domenica prossima, da avversario viola, sara' sicuramente applaudito dallo stadio Franchi, sperando che un giorno, magari già la prossima estate, chissa', possa finalmente liberarsi dai colori gialloblu', e tornare a vestire quelli gigliati. 

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