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  • Gasperini 'anticipa' Inter-Genoa

    Gasperini 'anticipa' Inter-Genoa

     

    «Tutti mi chiedono». Non è il Barbiere di Siviglia, ma l’allenatore di Grugliasco. Ieri ad Arenzano, Gian Piero Gasperini, nell’abitazione che ha tenuto dai tempi rossoblù, ormai radici acquisite. Oggi no, non sarà a San Siro, dove è stato invece mercoledì per Milan-Barcellona, nei panni pro tempore di opinionista tv. E oggi, a San Siro, c’è Inter-Genoa. «Tutti mi chiedono di parlarne, ma preferisco di no, prima del match. Non sono neppure preparato...». Sorride, non è mica vero. Ma non vuol entrare nel merito della gara tra le squadre che sono state sue. A lungo il Grifone, per poco il Biscione. E due addii traumatici, pure per i club: post Gasp, non è che le cose siano migliorate, anzi. Genoa, dopo Ballardini e Malesani, a Marino che però “traballa”. Inter, dopo la rottura anche con Ranieri che era stato presentato come “aggiustatore”, al 36enne Stramaccioni. Gasperini lo conosce bene: «Era mio collaboratore a Crotone, giovanissimo, mi scriveva le relazioni sulle squadre della zona laziale, come il Sora, che erano nel nostro girone. Stramaccioni è in gamba, spero che possa sfruttare questa opportunità, gli auguro tanta fortuna».
    E ce n’è bisogno, visti i travagli nerazzurri di questa stagione. La grande delusione del campionato, seguita a ruota da Genoa e Fiorentina, come hanno evidenziato Enrico Preziosi e il ds rossoblù Stefano Capozucca. Sfida amara, Gasp la dribbla. Alla Rodrigo Palacio o Diego Milito, due dei grandi interpreti offensivi in campo.
    Giusto una battuta, con pepe e risata: «Entrambe le squadre hanno un enorme potenziale in attacco. Tuttavia prendono troppi gol. Nessuno però ha mai ipotizzato che sia per colpa della difesa a quattro...».
    Oggi la useranno sia Marino che Stramaccioni, probabili 4-3-3 a specchio. 
    «Ah sì? Sono ottime squadre».
    Torniamo al tecnico nerazzurro, come vi eravate incontrati? 
    «L’ho ritrovato all’Inter, da allenatore delle giovanili. Ma sette o otto anni fa, quand’ero al Crotone, collaborava con noi. Me lo aveva presentato il ds Beppe Ursino, dicendo che era un giovane molto in gamba. In effetti è così. Nel girone di C c’erano tante squadre laziali e lui mi faceva le relazioni sugli avversari di quella zona soprattutto. Ha collaborato per un paio d’anni, direi. Anche in serie B. Dopodiché ha fatto il suo percorso da allenatore».
    E adesso il balzo nell’Inter. 
    «Ripeto, fa piacere che Stramaccioni abbia questa opportunità, spero che gli vada bene, perché è un ragazzo in gamba. Per il resto, all’Inter è girata così».
    Per Stramaccioni già paragoni con Mourinho. Lei intanto aumenta il feeling con Guardiola. 
    «Ho sentito Pep ancora l’altro giorno. E in precedenza ero stato tre giorni a Barcellona, insieme a Juric, grazie al rapporto con Estiarte e Guardiola, per seguire i metodi di lavoro dei blaugrana».
    E come ha visto El Shaarawy nella semifinale di Champions League? 
    «Bene, ha tanta qualità e per essere al primo anno al Milan Stephan si sta conquistando buoni spazi. Per un giovane emergente come lui, va bene così, sapendo che andando avanti ti chiedono sempre di più».
    A proposito di Milan-Barcellona, le è sembrato disastroso il fondo di San Siro? 
    «Mi è parso molto allentato, non so perché, forse per colpa dell’umidità. Saltava, era poco consistente, anche se a vederlo non è male. Però in questi ultimi giorni ha fatto caldo a Milano e Inter-Genoa si gioca di giorno, può essere che il terreno sia migliore».
    E come finisce? 
    «Non saprei... L’ho detto, attacchi molto forti».

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