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    Gasperini contro Mazzarri: come una partita a scacchi, ma senza vincitori

    Gasperini contro Mazzarri: come una partita a scacchi, ma senza vincitori

    • Andrea Piva
    Se c'è una squadra che può dirsi soddisfatta per lo 0-0 dell'Atleti Azzuri d'Italia, quella, è sicuramente il Torino. Non di certo l'Atalanta, padrona del campo per quasi tutta la partita e capace di chiudere nella propria metà campo difensiva gli avversari per tutti i secondi quarantacinque minuti di gioco, senza però riuscire a trovare la stoccata giusta per portare a casa i tre punti. Mazzarri può essere soddisfatto per la tenuta della propria linea difensiva e per la prestazione di Koffi Djidji, all'esordio assoluto in maglia granata. La coppia di centrocampo, composta da Soualiho Meité e Tomas Rincon non è invece riuscita né a fare filtro, né a fare gioco. Molto meglio l'Atalanta che ha trovato in Hans Hateboer un instancabile motorino sulla fascia destra e in Duvan Zapata un centravanti capace di mettere in difficoltà anche un difensore esperto come Nicolas Nkoulou.

    Più che in piedi davanti alle proprie panchine, Gian Piero Gasperini e Walter Mazzarri è facile immaginarli uno seduto di fronte all'altro con una scacchiera a dividerli. L'hanno preparata così la partita i due tecnici, schierando due formazioni speculari (3-4-2-1 il modulo di entrambe), con i propri giocatori che, come pedine, ben istruiti sui compiti da eseguire a seconda delle proprie caratteristiche: Hateboer e Gosens da una parte, De Silvestri e Aina dall'altra, proprio come le torri degli scacchi hanno percorso le fascia laterali per tutta la loro lunghezza, avanti e indietro, Gomez e Rigoni, così come Baselli e Parigini, sono sembrati invece i cavalli che con i loro movimenti a L hanno svariato intorno al centravanti. A protezione del re, o meglio, della porta, da entrambe le parti c'erano tre granitici pedoni per entrambi. 

    E come degli esperti giocatori di scacchi, Gasperini e Mazzarri hanno cercato di sfruttare ogni minimo errore degli avversari per cercare di avvicinarsi pericolosamente al re avversario. Non è un caso se la prima occasione della partita, al 5', sia nata da una disattenzione di De Silvestri che, sbagliando un passaggio ha lanciato in contropiede Gomez. La conclusione dal limite dell'argentino non ha però centrato lo specchio della porta. La seconda grande palla-gol per l'Atalanta, al 9', nasce invece da una combinazione perfetta tra il Papu e il connazionale Rigoni: quest'ultimo, liberato dall'assist del compagno in area di rigore, in posizione leggermente defilata sulla destra, con il suoi diagonale non è riuscito a trovare la porta. Per il resto, fino alla fine della prima frazione, non succede quasi nulla, l'unico brivido (si fa per dire) lo fa scorrere sulla schiena dei tifosi granata Salvatore Sirigu quando si accascia per un problema al piede. Problema, fortunatamente per Mazzarri, risolto rapidamente.

    Al rientro in campo dagli spogliatoi le due squadre si ripresentano con gli stessi protagonisti del primo tempo. I calciatori nerazzurri hanno però una marcia in più rispetto al primo tempo, ma anche rispetto agli avversari: quei movimenti, quegli scambi, ben fatti anche nella prima frazione diventano più veloci e costringono il Torino ad abbassare il proprio baricentro e a difendersi. Nonostante si giochi quasi esclusivamente in una sola metà campo, l'Atalanta non riesce a costruire molte occasioni da rete, se non una colpo di testa di Zapata che termina però tra le braccia di Sirigu. Certo, sempre meglio di quel che fa il Torino, ovvero poco nulla dalla linea di centrocampo in su. Per cercare di contenere la formazione avversaria, Mazzarri prima abbassa Baselli sulla linea dei centrocampisti, poi inserisce Berenguer al posto di Parigini (a proposito, più che positiva la sua prima da titolare con la maglia granata). 

    Passano i minuti ma non cambia il canovaccio della partita: l'Atalanta tiene il possesso del pallone ma i suoi attacchi si scontrano spesso con il muro difensivo granata. Neanche gli ingressi di Ilicic e Pasalic per Rigoni e Freuler riescono a far aumentare la pericolosità in area della formazione di casa che, nel finale, prova allora ad affidarsi alla testa di Toloi che, salito nell'area avversaria in occasione di un corner, sfiora il gol che probabilmente sarebbe valso i tre punti. Poco prima del 90' finalmente il Torino riesce a produrre qualcosa in attacco con Meité (oggi più spento del solito) ma la sua conclusione dal limite si spegne sul fondo. Decisamente troppo poco quanto fatto da un Torino che alla fine non può che leccarsi i baffi per questo 0-0. Nessuno scacco matto, ma il rammarico è tutto dell'Atalanta e di Gasperini. 


    IL TABELLINO

    Atalanta-Torino 0-0 


    Atalanta (3-4-2-1): Berisha; Toloi, Palomino, Masiello; Hateboer, de Roon, Freuler (26’ s.t. Pasalic), Gosens; Rigoni (18’ s.t. Ilicic), Zapata (39’ s.t. Tumminello), Gomez. All. Gasperini.
     
    Torino (3-5-1-1): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Djidji; De Silvestri (32’ s.t. Lukic), Baselli (44’ s.t. Zaza), Rincon, Meite, Aina; Parigini (25’ s.t. Berenguer); Belotti. All. Mazzarri.
     
    Arbitro: Daniele Orsato di Schio (Peretti, Cecconi; La Penna).
     
    Ammoniti: 31’ p.t. Meite (T), 2’ s.t. Palomino (A), 44’ s.t. Tumminello (A)

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