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    Gattuso non è più un traghettatore: ma per il Milan non può sbagliare nulla

    Gattuso non è più un traghettatore: ma per il Milan non può sbagliare nulla

    • Alberto Cerruti
    Il traghetto è stato sostituito da una nave da crociera e pazienza se qualcuno contesta il comandante, rimproverandogli di non cambiare i membri dell’equipaggio. Un anno dopo essersi messo al timone di un Milan alla deriva, Rino Gattuso si è tolto la scomoda etichetta di “traghettatore” ma è ancora costretto a districarsi tra gli scogli dei contestatori, più o meno illustri. Nulla di nuovo al di là del porto di Milanello, ricordando i precedenti del passato quando altri allenatori, all’epoca più titolati di Gattuso, subirono analoghe frecciate da un pulpito presidenziale, anche se soltanto rossonero. Era il 1986 quando Berlusconi, da poco diventato numero uno della società, pizzicava Liedholm che sette anni prima aveva regalato al Milan lo scudetto della stella, insoddisfatto del “giuoco” della squadra. Con distaccata freddezza, frutto delle sue origini svedesi, leggermente più a nord di quelle calabresi di Gattuso, Liedholm sorridendo rispose così: “Presidente esperto di calcio, lui stato allenatore di Edilnord”. Come è andata a finire lo sanno tutti.

    La stagione successiva, Liedholm fu esonerato e al suo posto arrivò Capello, lui sì “traghettatore” perché rimase soltanto cinque partite sulla panchina rossonera, pilotando il Milan verso lo spareggio Uefa poi vinto contro la Sampdoria. Una gentile eredità europea lasciata a Sacchi, scelto da Berlusconi subito innamorato del suo Parma visto a San Siro in coppa Italia.  Come quella squadra di Sacchi, anche questo neopromosso Parma, ripartito dalla serie D, domenica proverà a fermare il Milan, cercando un clamoroso sorpasso in classifica. Già capaci di battere l’Inter a San Siro, Gervinho e compagni saliti a sorpresa al sesto posto, a due punti dal Milan, non possono più essere sottovalutati, perché al di là dei loro valori tecnici avranno il vantaggio di giocare senza pressioni, sperando magari che il Milan paghi gli straordinari per la gara contro il Dudelange.  Comunque vada, nessuno rimprovererà D’Aversa per i cambi, mentre Gattuso non potrà sbagliare nulla, come al solito, malgrado i tanti infortuni. E’ vero che anche contro il Parma mancherà Higuain, che finirà di scontare le due giornate di squalifica, ma in attesa di Ibrahimovic ci sarà Cutrone pronto a sfruttare gli assist dei compagni per riprendere l’inseguimento al quarto posto. Con la speranza che finalmente Donnarumma non prenda gol a San Siro, come fin qui non è ancora successo, evitando però il primo 0-0 stagionale, che non passerebbe alla storia come quello del 1991.

    Era l’ultima giornata del campionato e i tifosi di San Siro, non soltanto della Curva, contestavano l’imminente arrivo di Capello al posto di Sacchi cantando in coro: “Noi tifosi del Milan/abbiamo un sogno nel cuore/Arrigo allenatore/Arrigo allenatore”. Berlusconi, però non si fece condizionare e impose Capello che proprio grazie a quello 0-0 incominciò la serie record di 58 partite in campionato senza sconfitte, interrotte guarda caso in un’altra partita a San Siro contro il Parma, che vinse 1-0 grazie a una punizione di Asprilla. Oggi Asprilla è in Colombia, Capello è un brillante commentatore, ma Milan-Parma rimane una partita speciale. A prescindere dai commenti di Salvini

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