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  • Genio e sregolatezza:| Vucinic si complica la vita

    Genio e sregolatezza:| Vucinic si complica la vita

    Gol e follia. Mirko Vucinic è così: prendere o lasciare. La Juve l'ha preso dopo un lungo tiramolla estivo con la Roma («È stato l'acquisto più difficile» ha certificato Beppe Marotta) e ieri ha potuto apprezzare il genio e poi maledire la sregolatezza del proprio «top player». In pochi minuti si è passati dall'esaltazione collettiva per la rete dell'1-0 sul Bologna alla disperazione per l'espulsione decretata da Gava. Tutto nel primo tempo, per una serie di primizie da collezione: al 29', alla prima da titolare nel Juventus Stadium, Vucinic firma la rete numero uno in bianconero su punizione «furba» di Pirlo, poi al 46' viene cacciato per una doppia ammonizione sciocca. Prima aveva protestato (24'), poi il fallo gratuito a centrocampo su Morleo. «Avessimo finito in undici - commenta Gigi Buffon - forse si sarebbe giocata meglio la partita. Però il calcio non è una scienza esatta e c'è anche l'imponderabile. È un peccato e una delusione perché abbiamo sprecato un'occasione e questi tre punti valevano qualcosina di più».


    La prima espulsione dell'era Conte ha pesato sul pareggio finale. Ed il primo a essersene reso conto è lo stesso Vucinic, che ha seguito la ripresa dalla tribuna vip (a due passi da Nedved, per la prima volta nel nuovo stadio) e ha sofferto per i tentativi vani della Juve ridotta in dieci. «Io lo perdono ampiamente - dice Buffon - perché sul secondo fallo ha cercato di chiudere con generosità. Quello che mi disturba è che l'arbitro sia stato titubante e indotto da qualcuno al secondo giallo». Antonio Conte preferisce non approfondire subito la follia di Vucinic («Lo farò a freddo») e allarga il discorso alla squadra. «Qui non si deve discutere sulla testa di uno - spiega il tecnico senza più voce - ma lavorare a 360°. C'è tanto da fare, non siamo ancora protagonisti e ci vuole tranquillità. Dopo due vittorie ho sentito dire stramberie, però con il Bologna meritavamo di vincere».

    Un gol e un rosso. Che Vucinic non fosse un giocatore banale lo si sapeva, ma ieri sera ha davvero offerto tutto e il contrario di tutto. Dall'altare alla polvere. Ha segnato sfruttando alla perfezione la punizione di Pirlo, poi ha festeggiato mettendosi in testa un cestino, un modo per raddoppiare la gioia della sua prima perla in bianconero. Quindi l'attimo dell'espulsione che ne confermava l'etichetta di Calimero della Juve. Dopo aver saltato l'inizio della stagione e l'inaugurazione del nuovo impianto per un infortunio (ieri un altro brivido quando è crollato tenendosi la caviglia sinistra), con annesso furto dell'orologio da 20 mila euro in pieno giorno per le strade di Torino, la punta ha macchiato la prima gioia bianconera con un attimo di follia. Croce e delizia, ma Vucinic è fatto così: toccherà farci l'abitudine.


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