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  • Genoa:| Il dodicesimo uomo

    Genoa:| Il dodicesimo uomo

     

    Il dodicesimo uomo può anche avere il numero 88 sulle spalle, nel calcio delle maglie impazzite a cui si affaccia Mattia Perin, 18 anni compiuti nel novembre scorso. Nell’ultima di campionato pronto a regalarsi l’esordio in A, pezzo di futuro rossoblù nel presente. Dovrebbe essere la novità in una formazione in cui, per il resto, Davide Ballardini intende «premiare chi è stato protagonista del bel percorso compiuto finora». Perin? «Vediamo se farlo debuttare», dice. Pensa: sì. E il tecnico immagina poi l’ultimo saluto al Ferraris: «Tanta gente, sarà emozionante, quando ci si vuole bene e ci si saluta è commovente». Addio? Questo no, non lo dice. «Se è la mia ultima partita bisogna chiederlo alla società. Ma il mio sarà un saluto sincero, al nostro pubblico che ci ha sempre sostenuto». Lo fa contro il Cesena che «è stato la mia famiglia per venti anni, prima da giocatore e poi da allenatore». Ancora di più, oggi, domenica in famiglia. Genoa e la sua famiglia. Dodicesimo uomo, che può anche essere fatto di una miriade di volti e braccia levate e sciarpe e bandiere, ai quattro lati del rettangolo d’erba. Ciò che è passato e futuro e sempre presente. «Questi tifosi sono molto legati alla squadra e sono molto importanti. Da parte nostra c’è gratitudine per loro, vogliamo fare bene fino in fondo». Dodicesimo in porta e dodicesimo tutto intorno, nel giorno del congedo al Ferraris.

    Sentimenti più che punti, in ballo dalle ore 18. Tuttavia quota 51, stessi punti del campionato scorso, è traguardo concreto che il Grifone vuole raggiungere con una vittoria. La parte sinistra della classifica da difendere, più due sul Catania che va a Milano con l’Inter. Magari aggancio alla nona piazza, a due lunghezze, con la Fiorentina che gioca a Brescia. «Siamo arrivati dopo la decima giornata, il Genoa aveva 11 punti. Considerato quanto successo, intendo le aspettative iniziali, i tanti cambiamenti di gennaio e le difficoltà di questo campionato, siamo molto soddisfatti di quanto fatto». Più d’una volta Ballardini, riferendosi al proprio lavoro, ha parlato dell’importanza della coscienza a posto.

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