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    Genoamania: sognando Ronaldo

    Genoamania: sognando Ronaldo

    • Marco Tripodi
    Stanotte ho fatto un sogno. Evidentemente ancora obnubilato dalla prestazione di Cristiano Ronaldo contro la Spagna, ho chiuso gli occhi e ho avuto la visione onirica di CR7 in maglia rossoblù.

    Stufo di lottare ogni sei mesi con il Real Madrid per ottenere un aumento di ingaggio che gli permetta di stare al passo dei vari Messi e Neymar, ho visto nella mia testa il più forte campione del calcio attuale prendere una decisione drastica: abbandonare le grandi signore del pallone per tentare l'avventura con  ragazza ormai attempata che agli occhi di molti colleghi ha perso gran parte dell'antico fascino.

    Approdato in un club abituato a festeggiare soltanto le salvezze,  lui che si è fatto i muscoli a forza di alzare trofei, Ronaldo accettava la sfida forse più grande che un calciatore possa tentare, quella di far vincere una squadra tecnicamente modesta, ripercorrendo le tracce lasciate trent'anni fa dall'antenato del suo più illustre antagonista.

    Ciò che ancora oggi rende Diego Armando Maradona il più grande calciatore di tutti i tempi è proprio la sua capacità di portare alla gloria due squadre decisamente modeste come l'Argentina dell'86 e il Napoli dell'anno successivo. Un'impresa che Ronaldo vuol tentare con il Portogallo trascinandolo sul tetto del mondo dopo averlo guidato su quello d'Europa ma che non si può certo dire abbia fatto con le sue squadre di club, veri e propri album di fenomeni. Lo stesso vale per Messi che oltretutto, a differenza del lusitano, può contare su di una nazionale dal valore estremamente elevato, specialmente in attacco.

    Per chi come loro ha vinto e rivinto tutto, l'ultima vera grande scommessa sportiva prima di intraprendere l'inesorabile e poi non così lontano viale del tramonto sarebbe quella di diventare il trascinatore di una squadra abituata più alle lacrime che ai sorrisi.

    Purtroppo ho abbastanza esperienza e consapevolezza per capire da me, prima che mi sia dato del matto, che l'impalpabilità dei sogni è destinata a svanire all'alba. Ma in fondo la suggestione e l'illusione dei tifosi è ciò che alimenta il calcio, molto più di quei denari che sempre più sembrano governarlo. E allora visto che non possa farlo ad occhi aperti, almeno lasciatemi illudere di farlo tenendoli chiusi.

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