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  • Genoamania: storia di una coperta troppo corta

    Genoamania: storia di una coperta troppo corta

    • Marco Tripodi
    Non è bastata una bella prestazione al Genoa per uscire indenne dal San Paolo. La solita sterilità offensiva si è dimostrata assieme alla compattezza arretrata una caratteristica imprescindibile del collettivo di Ballardini.

    Non è certo una novità la fatica mostrata nell'area avversaria dai Pandev,Galabinov & C. Anzi, proprio l'incapacità di buttare la palla in porta viene indicata da molti come un laccio che tarpa le ali del Grifone. Mancanza di cinismo, carenza di bomber di razza, poca capacità nel finalizzare le varie occasioni create: sono tutte lacune che sicuramente il Genoa dimostra di possedere. Ma la fatica a segnare dipende anche dallo stesso atteggiamento messo in campo dalla squadra. Se una formazione di medio-bassa classifica come il Genoa risulta essere una delle difese meno battute del torneo è chiaro che si debba pagare dazio sotto un altro aspetto. In fondo si tratta sempre dell'antica questione della coperta troppo corta: se la tiro verso il viso lascio scoperti i piedi, viceversa provando a riparare i piedi rimane fuori la testa.

    Salvo rarissime eccezioni, soltanto le grandissime squadre, quelle dotate di incredibili mezzi economici, nel calcio attuale riescono ad avere una coperta sufficientemente lunga che garantisca un attacco prolifico e una difesa blindata. E il Genoa di oggi, inteso come società, onestamente non rientra in questa categoria.

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