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  • Hellasmania: analisi di un periodo da dimenticare

    Hellasmania: analisi di un periodo da dimenticare

    E' quasi Natale e tutta la città di Verona è addobbata a festa in una magia di luci e colori che farebbe invidia anche agli occhi più esigenti. La Verona calcistica invece vede solo luci fievoli, nascoste nel buio di una stagione che nessuno di certo si poteva aspettare, quando solo quattro mesi fa al Bentegodi, l'Hellas ha aperto il campionato con un pareggio, contro una delle squadre più in forma di quel momento. Ora la situazione è completamente diversa e sotto gli occhi di tutti: ultimi in classifica, nessuna vittoria, ancora qualche giocatore infortunato e tanta, troppa delusione. 

    Sono stati quattro mesi di sofferenze per i tifosi gialloblù, i quali hanno dovuto assistere ad una serie di sconfitte e di pareggi strappati all'ultimo che hanno rivoluzionato in poco tempo tutte le aspettative positive che durante l'estate erano nate. La situazione della squadra è parsa subito chiara: gli infortuni iniziali, colpa la sfortuna e forse (perchè nessuno lo saprà) una cattiva preparazione atletica, hanno inciso duramente sulle prestazioni iniziali, sconvolgendo i piani dell'ormai ex allenatore Mandorlini, il quale ha dovuto riorganizzare la squadra praticamente da capo. Le speranze che questi fatti potessero incidere poco sul lungo termine però si sono infrante immediatamente, davanti a prestazioni troppo inferiori alla media e troppo insufficienti per un campionato dove mai come quest'anno anche le piccole hanno dimostrato di poter esser letali. La sensazione però è stata quella di aver perso troppe occasioni soprattutto nelle ultime giornate, nelle quali si sono incontrate delle squadre che erano ad un livello più che abbordabile per questa rosa. Le cause di questo sfacielo però non sono solo riscontrabili nell'alto numero di infortuni; a livello tecnico-statistisco infatti si è potuto riscontrare che questa squadra ha faticato enormemente a creare azioni da gol pericolose nelle aree avversarie. La colpa di questo fatto può essere attribuita alla tattica dell'ex mister, per alcuni troppo difensivista, oppure può essere data da un centrocampo che ha deluso le aspettative, non ancora in condizione e con lacune tecniche non da sottovalutare. Non da ultimo inoltre le troppe amnesie difensive riscontrate soprattutto nelle ultime partite, causate sia da un calo di concentrazione sia dalla poca intesa dei giocatori. 

    E' un quadro questo sicuramente molto negativo, che però non preclude l'assenza di lati abbastanza positivi e non da cestinare. Primo tra tutti il grande carattere che la  squadra ha sempre cercato di dimostrare ai propri tifosi, anche quando la situazione era molto critica. Il gruppo ha cercato sempre di stare unito, di provare a dare una svolta a questo periodo nero, soprattutto quando nell'ultimo mese c'è stato il cambio in panchina, con l'inserimento di Delneri. Dimostrazione chiara di tutto questo è stata anche la partita contro il Sassuolo, nella quale, anche se in svantaggio, si è cercato subito di rimediare e di non cadere nel baratro più profondo, trascinati poi da una Luca Toni per il quale un monumento forse non potrebbe bastare. Sono questi i pochi punti da cui ripartire nell'anno nuovo: nuovo allenatore, il quale avrà bisogno di questa pausa per provare e insegnare al meglio i nuovi schemi di gioco, e grande spirito di sacrificio e voglia di lottare fino alla fine per i colori gialloblù. Questo Natale per i tifosi sarà di certo un natale, calcisticamente parlando, amaro, lo si sa, perchè lo spettro della B è sempre più palpabile; ma come ha detto anche il nostro mister:"mancano 30 punti, bisogna essere uniti e cercare di fare il massimo". Se la speranza è l'ultima a morire, allora così sia.

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