Calciomercato.com

  • Ho detto no alla finale di Champions per Morata, meglio Boniperti e Rivera

    Ho detto no alla finale di Champions per Morata, meglio Boniperti e Rivera

    • Marco Bernardini
    Ieri sera ho volutamente disertato il “partitùn” di Champions. Un atto di protesta contro il destino (come sempre baro) e nei confronti di Morata il quale, se quella notte a Siviglia non avesse copiato le gesta nefande dello “sciagurato Egidio”, la Juventus sarebbe arrivata a giocare la finalissima del Meazza. E magari l’avrebbe anche vinta senza la necessità di arrivare alla sadica giostra dei rigori.

    Come alternativa di svago, peraltro intelligente, ho fatto una visita nel salotto di Fabio Fazio, dove il sabato e la domenica si fa televisione educata e anche educativa senza annoiare e senza la pretesa di insegnare dall’alto nulla a nessuno. La solita e bella compagnia formata da ospiti di classe e di spessore umano. Beppe Fiorello per ricordaci che nelle sale stanno proiettando un film imperdibile, “Era d’estate”, centrato sulle figure di Falcone e Borsellino ai tempi della loro “segregazione” all’Asinara. Il giovane cantante Marco Mengoni reduce da un tour in Spagna addirittura memorabile. Il solito Frassica che sta vivendo una maturità artistica davvero sorprendente. Salemme, necessario a dare alla trasmissione quel tocco di napoletanità autentica in più. Eppoi, tra gli altri, Nino Benvenuti affiancato da una ragazzina apparentemente dolce come suggerisce il suo nome Irma e che, invece, rappresenterà ltalia del pugilato coniugato al femminile alle prossime Olimpiadi di Rio de Janeiro. La signorina Testa.

    Mi è venuto spontaneo, subito, lasciarmi guidare dalle parole del grande Nino, triestin de Trieste, che riesce a nascondere la sua bella età dietro una forma fisica da giovinotto e una lucidità mentale priva di cedimenti anche mnemonici. Passavano sullo schermo le immagini della sua gioventù agonistica costruita a suon di pugni duri ma leali, che hanno contribuito a scrivere pagine di storia memorabili per lo sport italiano. Dalle sfide con Mazzinghi a quelle mondiali con Griffit la cui cronaca arrivava ne nostro Paese soltanto via radio perché la televisione a mezzanotte chiudeva la baracca. La gente doveva andare a dormire presto. Minuti di grande sport e di ribollenti ricordi. Con una morale nella coda della cometa esistenziale: siamo stati davvero fortunati, noi ragazzi del Novecento.

    Un Secolo, quello lasciato alle spalle da sedici anni, che è passato troppo in fretta segnalato e segnato dalla presenza di personaggi davvero giganteschi in ogni settore e in ciascuna attività della nostra vita, anche soltanto italiana. La cultura. Da Montale alla Merini, passando per Pavese e Moravia, per arrivare a filosofi come Abbagnano e Oscar Navarro o a pittori come De Chirico o a innovatori pedagogisti come Basaglia, L’elenco sarebbe tanto lungo quanto eccellente. Come per il cinema e i teatro. Ieri se ne è andato anche Giorgio Albertazzi. E’ rimasto Dario Fo, come solo ultranovantenne, a nobilitare un’arte resa monumentale da gente come De Filippo, Govi, Buazzelli, la Falk e la Proclemer e la Gramatica. Su tutti le regie di Strehler e di Trionfo. Parallelamente correvano sullo schermo cavalli di razza come Gassman, Tognazzi, Sordi, Manfredi, Salerno, Buazzelli, Caprioli, diretti da maestri come Fellini, De Sica, Visconti, Scola, Pasolini e Sergio Leone. Infine si rideva e si cantava con Walter Chiari, Bramieri, Macario, Totò , Peppino De Filippo, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Wanda Osiris, Delia Scala, Lucio Dalla, Gaber, De Andrè, Rino Gaetano.Un Oceano di cose buone.

    Ovviamente anche lo sport viveva questo periodo di grande splendore attraverso le imprese di personaggi in grado di scollinare oltre la definizione di campioni per meritarsi una spazio nel giardino della leggenda. Lo sci: Thoeni e Tomba. Il tennis: Pietrangeli, Sirola e Panatta. L’atletica:  Mennea, Simeoni, Fiasconaro, Ottoz. Il calcio: Rivera, Mazzola, Corso, Boniperti, Riva. Il ciclismo: De Filippis, Gimondi, Saronni, Baldini, Nencini, Cipollini, Pantani. I motori: Agostini, Pasolini, Bandini, Baghetti, Castellotti, Patrese. Sull’acqua i fratellui Abbagnale e in piscina la dolce Novella Galligaris. Persino un cavallo, Tirnese, e una barca, il Moro di Venezia, ci fecero sognare. E questa volta non voglio parlare di politica e né di politici: sarebbe troppo facile come sparare sulla Croce Rossa. Grazie a loro, tutti e i tanti non citati, siamo stati davvero ragazzi del Novecento molto fortunati.

    Altre Notizie