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  • I VOTI ALLA SERIE A 2015-16

    I VOTI ALLA SERIE A 2015-16

    • Stefano Agresti
    Ecco le nostre pagelle alla serie A. Voti che non tengono conto solo della classifica, ovviamente, ma anche di come i risultati sono stati ottenuti - se attraverso il gioco o meno - e delle aspettative iniziali: chi aveva grandissime ambizioni non può essere soddisfatto di avere raggiunto una posizione di rincalzo, chi era partito accompagnato da dubbi e perplessità brinda a un campionato dignitoso. Attenzione: le valutazioni riguardano il campionato, non l’intera stagione. Che, peraltro, non è ancora finita.
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    JUVENTUS 10 - Qualcuno dirà che non merita questo voto perché ha cominciato malissimo, ed è vero. Dopo la sconfitta con il Sassuolo, però, ha infilato una serie di risultati storica. Se fosse partita come è arrivata, le avremmo dato la lode. Anzi, le avremmo assegnato un bell’11 in pagella. E lo scudetto non è “normale”: è il numero cinque, tutti di fila. Pazzesco.
     
    NAPOLI 9 - E’ un po’ mancato nel finale, a nostro avviso intimorito dalla sconfitta di Torino e dal gol fatale di Zaza. Ma ha giocato un gran calcio, complessivamente il più bello del campionato (nella prima parte gli ha tenuto testa la Fiorentina, nella seconda la Roma). E ha mandato in gol Higuain addirittura 36 volte. Un anno indimenticabile, che ci ha mostrato un allenatore splendido: Maurizio Sarri.
     
    SASSUOLO 9 - S’è arrampicato fino al sesto posto, davanti al Milan e alla Lazio, forte di ottimi calciatori (ma il più atteso, Berardi, ha un po’ deluso) e di un’organizzazione tecnica e societaria d’avanguardia. Merita solo applausi e ammirazione.
     
    FIORENTINA 7,5 - Il quinto posto è un passo indietro in classifica rispetto alla scorsa stagione, ma a nostro avviso la squadra viola è stata migliore quest’anno: dodici mesi or sono acciuffò la quarta posizione all’ultima giornata senza avere mai sognato qualcosa in più, stavolta ha mostrato per tanti mesi il calcio più bello d’Italia assieme al Napoli. E Sousa ha fatto vedere di essere un gran bell’allenatore, ricco di idee e di personalità. A volte perfino troppa.
    CHIEVO 7,5 - Magari non ha incantato per spettacolarità della manovra, però è arrivato a ridosso delle grandi, davanti a tutte le squadre che partecipavano al ‘campionato delle altre': il nono posto è un risultato straordinario e inaspettato, straordinario perché inaspettato.
     
    EMPOLI 7 - Benché avesse perso molti uomini importantissimi, a cominciare dall’allenatore, ha dimostrato ancora una volta di avere alle spalle una società con le idee chiare. Ha giocato spesso bene, soprattutto nella prima parte del campionato, e Giampaolo non ha sofferto l’eredità di Sarri.
     
    ATALANTA 6,5 - Si è salvata in relativa serenità, lanciando - come spesso le capita - molti giovani di valore, guidati da un vecchio di grande affidabilità: Reja.
     
    BOLOGNA 6,5 - E’ partito malissimo, ma Donadoni gli ha cambiato volto: a tratti ha giocato anche bene, di sicuro con il nuovo allenatore non ha mai dato la sensazione di rischiare la B.
     
    ROMA 6 - Arrivava da un secondo posto e aveva l’ambizione di migliorare, invece ha perso una posizione (pesante, peraltro, perché sarà costretta a giocare i preliminari di Champions). A inizio stagione sembrava dovesse sfruttare la rivoluzione juventina, la bella vittoria alla seconda giornata proprio sui bianconeri pareva dovesse spianarle la strada verso lo scudetto, invece è naufragata. Il cambio di allenatore l’ha ritirata su, ma la media tra il pre-Spalletti (4) e il post-Garcia (8) fa un misero 6.
     
    INTER 6 - E’ arrivata alle spalle di tre squadre che le sono superiori e davanti a tutte le altre, comprese quelle - come il Milan - che in estate avevano speso molto di più. La classifica, insomma, va bene. Il problema è il gioco, che per gran parte della stagione non s’è visto. Certe belle esibizioni di fine stagione, però, hanno trasmesso buone sensazioni per le prospettive future, a patto che la società abbia la forza di investire per rafforzare l’organico (e su questo ci sono molti dubbi).
     
    GENOA 6 - Gasperini ha navigato in mezzo alle polemiche interne con grande serietà, riuscendo di nuovo a vincere la battaglia con Preziosi che lo ha rimesso alla prova distruggendogli la squadra nel mercato di gennaio.
     
    TORINO 6 - Ha ricevuto troppe critiche, in realtà Ventura ha guidato i granata ancora una volta a un campionato dignitoso. Senza acuti, ma anche senza rischi.
     
    CARPI 6 - Ha lottato fino all’ultima giornata e probabilmente, se Castori non fosse stato allontanato e poi richiamato, sarebbe anche riuscito a salvarsi. Alla faccia di chi riteneva che fosse impresentabile per la serie A.
     
    FROSINONE 5,5 - Ha tenuto finché ha potuto, poi l’inferiorità tecnica rispetto alle concorrenti l’ha condannato. Ma è andato in B con grande dignità e gli applausi del pubblico nel giorno della retrocessione sono una delle immagini più belle di questo campionato.
     
    UDINESE 5 - Ogni tanto anche il club friulano sbaglia qualcosa: quest’anno ha sbagliato molto. Si è salvato con qualche ansia, non siamo abituati a vedere l'Udinese così giù.
     
    SAMPDORIA 4 - Male con Zenga, peggio con Montella. E pensare che l’arrivo di Vincenzo sembrava dovesse aprire un capitolo prestigioso, con un progetto bello e ambizioso. E’ accaduto esattamente il contrario.
     
    VERONA 4 - E’ precipitato d’improvviso, benché sembrasse più forte di molte concorrenti. Macché: è andato in B come un piombo, senza dare mai l’impressione di potersi realmente salvare. Una delusione atroce.
     
    LAZIO 4 - Dopo il terzo posto di un anno fa, il tracollo. Colpa soprattutto di una società e di un presidente che non riescono mai a dare continuità ai risultati positivi, perché non investono nemmeno quando ne avrebbero l’occasione. Eppure qualche campione, o comunque qualche bel giocatore, c’è eccome: Biglia, Candreva, Felipe Anderson, Keita. Tutti sprecati dalla politica miope di Lotito.
     
    MILAN 3 - Un altro campionato da incubo, alla faccia degli 88 milioni spesi in estate. Colpa di una società che ha investito male i tanti soldi a disposizione (i 20 milioni per Bertolacci fanno ancora sorridere la Roma) e che ha bruciato altri due allenatori dopo Allegri, Seedorf e Inzaghi: stavolta è toccato a Mihajlovic e Brocchi. Mai avremmo immaginato di vedere il Milan di Berlusconi così in basso.
     
    PALERMO 3 - Una stagione sciagurata, per i risultati e anche per i comportamenti. Nove allenatori in un campionato non si erano mai visti, fortuna che alla fine è almeno arrivata la salvezza. Ma di queste figuracce, tutte firmate Zamparini, i tifosi siciliani sono stanchi. E hanno ragione.

    @steagresti
     

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