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  • Il giorno del furioso Soviero e del leggendario Facchetti

    Il giorno del furioso Soviero e del leggendario Facchetti

    • Cesare Bardaro
    CAMPIO-NATI il 18 LUGLIO

    Buon compleanno a

    SALVATORE SOVIERO
    , 1973, ex portiere di Acerrana, Nola, Perugia, Carpi, Fermana, Avellino, Cosenza, Genoa, Salernitana, Venezia, Reggina, Crotone, Scafatese, Città di Castello, Juve Stabia. E' famoso soprattutto per la rissa con l'intera panchina del Messina il 17 aprile 2004 sul neutro di Bari, in Messina-Venezia.




    Fu squalificato per 5 mesi. "Focoso, sono focoso, non ci posso fare nulla, ho sbagliato, ma sono focoso. Non accetto di perdere così, non accetto le sconfitte ingiuste, i soprusi. Mi sono sentito danneggiato e ho reagito in questo modo, ma sono stato provocato da quelli del Messina, mi hanno detto “torna in porta imbecille”, poi hanno continuato a dire “Hai finito di fare il fenomeno? Tanto ormai l’hai presa in quel posto ed è giusto che retrocedi in C1″. Certo, ho perso la testa a 30 anni, non è bello". Proprio per questo non si è mai preso tutte le colpe di quella assurda rissa da far west: "Mi sono diretto verso Mutti, ma ce l'avevo con tutti. Ho esagerato, l’hanno visto tutti. Mi dispiace ma chi sotto questo cielo non fa errori? Non mi voglio discolpare del tutto, perché, a detta di tutti i miei compagni, Palanca è stato ingiusto con noi. Il casino l’ha creato lui". In Reggina-Juventus del 6 novembre 2004, dopo essersi beccato un giallo per perdita di tempo e qualche rimbrotto da Del Piero, come se sapesse che la regia televisiva aveva appena stretto su di lui un primissimo piano, porta dolcemente il suo indice all’orecchio e sventola il suo lobo sinistro guardando fisso il numero 10 bianconero.

    BATTISTA ROTA, 1932, detto Titta, ex terzino e allenatore. Ha giocato con Atalanta, Bologna e Spal. E' stato allenatore di Seregno, Atalanta, Cremonese, SPAL, Modena, Piacenza, Vicenza, Palazzolo, Lecco e Pergocrema. Lanciò in serie A Antonio Cabrini. Sulla panchina dell'Atalanta vinse la Coppa Italia del 1963. Nel 1950-51 fu schierato, lui terzinaccio,  per necessità come centravanti e realizzò 5 gol in 5 partite.

    ROBERTO PACI, 1964, ex attaccante e bandiera della Lucchese, in cui militò nel 1983-84 e poi dal 1988 al 1995 e dal 1996 al 2000 per un totale di 375 partite. Ha giocato annche con Parma, Alessandria, Asti, Ancona, Prato, Reggiana, Viterbese.

    TOLEDO, 1981, centrocampista brasiliano del Rapallo, in Italia dal 1999 quando approdò, su segnalazione di Careca, alle giovanili del Perugia e quindi a Rieti, Catanzaro, Udinese, Napoli, Ascoli, Cisco Roma, Taranto, Ravenna, Pro Patria, Triestina, Cremonese, Como, Pistoiese, Arezzo, Alto Vicentino.

    SIMONE CIANCIO, 1987, terzino destro del Lecce, la stagione scorsa nel Cosenza.
    ALESSIO ESPOSITO, 1994, centrocampista della Pro Vercelli, la scorsa stagione in prestito al Tuttocuoio.
    ALESSANDRO FAVARO, 1995, portiere del Padova.
    FRANCESCO BONATO, 1993, portiere del Mantova.

    Il 18 luglio erano nati anche

    GIACINTO FACCHETTI
    , 1942-2006, bandiera dell'Inter dal 1961 al 1978 e poi come dirigente fino alla scomparsa. Gli Stadio hanno dedicato a lui e Scirea il loro brano Gaetano e Giacinto.

    UGO FERRANTE, 1945-2004, libero della Fiorentina del secondo scudetto. A lui è intitolata la squadra dilettantistisca di Vercelli che allenava negli ultimi anni: il G.S. Ferrante, di cui è presidentessa la vedova. Questa invece è la lettera che Claudio Bandoni, portiere di riserva, gli scrisse in occasione del quarantennale della vittoria del campionato 1968-69

    "Carissimo Ugo,
    ti scrivo questa lettera perché mi hanno detto che stasera... non puoi essere tra noi, che avevi un altro impegno. E allora voglio raccontarti quello che noi stiamo provando nel trovarci dopo 40 anni da quell' indimenticabile 1969, quando la città intera si è tinta di viola. Delle gesta sportive di quel campionato sono pieni gli almanacchi, i libri, i giornali, le televisioni. Tutti i tifosi viola sanno che Maraschi ha segnato quell'anno 14 reti, che Superchi è stato il portiere rivelazione (li mortacci...! Quanto mi ha fatto incazzare!...), che Brizi era perfino sprecato come stopper, che Esposito era il motorino della squadra, che Chiarugi era un folletto imprendibile, che Bernardo era un mastino, che Eraldo Mancin era un formidabile terzino fluidificante, che Rizzo spezzava le mani ai portieri, che De Sisti era il Fellini o il Riccardo Muti con la bacchetta in mano, che Amarildo era...Amarildo, che Merlo deliziava i palati dei tifosi e dei critici più esigenti, tutti sanno che tu, Ugo, eri una montagna insormontabile, il vero dominatore dell'area, con quella tua chioma bionda che rimbalzava sulle spalle ad ogni passo. Per non parlare poi del contributo che hanno saputo dare anche coloro che non hanno avuto la fortuna di giocare molto, come me, come Pirovano, Danova, Cencetti, Stanzial, Mariani, ma che si sono sempre allenati con impegno e con passione, dando il buon esempio e stimolando chi andava in campo. E per non parlare dei massaggiatori, Ubaldo e Pallino (col p***** come un bambino...così, no così...) e dei medici Marradini e Anselmi sempre amorevolmente a noi vicini. Del Prof. Baccani, del Dott. Fino Fini. Di tutto questo, ripeto, i tifosi sanno tutto. Ma io voglio parlarti del Secco, der Ciocio, di Picchio, del Tordo, di Baghera, di Ciofanni jah, di Ciccio. E vorrei ricordare con te qualche episodio che non si trova sui giornali, episodi banali, semplici, apparentemente di poca importanza ma che servono a rendere l'idea di quale clima esistesse in quel gruppo, in quel fantastico gruppo che è riuscito alla fine a conquistare uno scudetto indimenticabile. Piccoli aneddoti che ci hanno tenuto allegri e affratellati, creando un gruppo veramente molto affiatato. Per esempio...ti ricordi, Ugo, di quando ti sei presentato allo Stadio con la Gamine? La Gamine era una elaborazione della FIAT 500, una "spider". Devo ancora capire come riuscivi ad entrarci perché la lunghezza della macchina sarà stata un metro e venti e la larghezza sessanta....e poi il colore! Per non dare nell'occhio avevi scelto un colore ...neutro... ARANCIONE. E sempre per non dare nell'occhio vestivi il tuo metro e novantotto con un completo celeste, camicia celeste, cravatta celeste, calze celesti, scarpe celesti. E qualche volta, riuscivi a infilarci anche la Gianna e Massimiliano! Eri veramente unico Ugo e troppo forte! E ti ricordi, Ugo, quando io sono arrivato negli sogliatoi con il parrucchino? Quante risate quel giorno! Si, perché adesso essere rasati va di moda, ma allora era veramente un dramma perdere i capelli. Ma io non avrei mai avuto il coraggio di mettermi il parrucchino se non fossimo stati in un contesto veramente fuori dal mondo. E quando dopo qualche mese mi sono stufato di portarlo sono arrivato negli spogliatoi completamente rasato, come adesso, e il Secco vedendomi ha esclamato: Sembri un tordo! E da quel giorno io sono rimasto per tutti e per sempre IL TORDO. Come Franco Rizzo, dopo essere stati al cinema a vedere IL LIBRO DELLA JUNGLA, è rimasto per tutti e per sempre BAGHERA! E ti ricordi, Ugo, dopo quel pareggio in casa, non ricordo con chi, che la NAZIONE ha fatto un titolo a tutta pagina : "A centrocampo c'è un buco!" Non l'avesse mai scritto, siamo andati avanti un mese per "scoprire" chi fosse il F***** di centrocampo. Ma uno degli episodi che ci ha veramente fatto ridere di più è stato il litigio a Coverciano fra Picchio e Rildo. Litigio! Si fa per dire! Perché in ritiro litigavamo ogni giorno, ma all'acqua di rose, ci potevamo dire qualunque cosa ma dopo mezz'ora era tutto passato, pronti ad aiutarsi, in campo, in tutto e per tutto. Picchio stava giocando a biliardo e noi intorno a guardare. A un certo punto ha fallito un "filotto" impossibile da sbagliare. Tutti muti e Rildo che ride. Picchio si ferma, posa la stecca e guarda Rildo con freddezza e gli fa: "V*****!" E Rildo, senza fare una piega: "NO V***** te!" Picchio riprende la stecca, la posa di nuovo, guarda di nuovo Rildo e gli fa: "NO V***** te". E Rildo di risposta: "NO NO V***** te". Picchio posa di nuovo la stecca, noi tutti pronti a intervenire per separarli, di nuovo guarda Rildo negli occhi e di nuovo: "NO V***** te"! E Rildo: "NO NO V***** te". Sono andati avanti mezz'ora e noi a pisciarsi addosso da ridere. E ti ricordi quando Luciano ha conquistato un pallone proprio davanti alla panchina ed è partito come un razzo verso il fondo campo? Il Petisso si è alzato e con tutto il fiato che aveva in gola ha iniziato a gridare: "Vada, Luciano, vada, vada, vada, vada Luciano!" E Luciano è andato. Solo che, quando è arrivato sul fondo ha crossato ma il suo cross è finito fuori. Nel silenzio gelido dello stadio deluso si è sentita la voce del Petisso: "Luciano vada, vada, vada a c*****!" Un altro momento indimenticabile di quell'anno è stato, sicuramente per me, la nascita a Fiesole di mio figlio Francesco. Lo abbiamo festeggiato, ricordi Ugo, a casa mia a San Domenico. Ma non con champagne e ostriche ma, come si addice a un vero fiorentino, con trippa e fagioli all'uccelletto. Carissimo Ugo, potrei andare avanti per ore a ricordare episodi di quell'anno. Tu intanto prepara l'ambiente, i giornalisti, lo staff. E quando arriverà, riferisci questo mio messaggio al "Petisso": se non mi fa giocare nemmeno lassù, mi incazzo come una iena e giuro che vado a giocare gratis nella squadra dell'inferno e convinco Giovanni a venire con me. Perché, dimenticavo, è chiaro che la squadra viola di quel tempo sarà tutta in paradiso, quel Paradiso conquistato in quel mitico 1969.
    Ciao Ugo
    ".

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