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  • Il prossimo Antognoni? Nato in Piazza Santa Croce...

    Il prossimo Antognoni? Nato in Piazza Santa Croce...

    • Luca Cellini

    Ora che la proprietà è tornata ad essere tale, cioè presente, autorevole e 'generosa' in termini di acquisti; ora che c'è una società riorganizzata per reparti, con dirigenti che pensano meno al proprio interesse e guardano invece al bene comune; ora che la rosa viola è stata quasi del tutto sistemata, e affidata ad un allenatore umile e 'affamato', c'è un ultimo passo da sistemare per la Fiorentina che verrà: ricostruire un vero settore giovanile. Non era facile il compito cui erano chiamati il d.s. Daniele Pradè e il direttore tecnico Eduardo Macia: fare mercato in un contesto di porte sbattute in faccia e procuratori che nemmeno rispondevano al telefono. Tutto questo per colpa di chi, quando aveva venduto Felipe Melo alla Juventus, si era vantato di aver dato la fregatura ai bianconeri, e andava a braccietto con un solo agente, che in Fiorentina aveva sistemato fra i suoi assistiti l'allenatore e quattro-cinque giocatori.

    Macia prima e Pradè poi sono dovuti ricorrere così soprattutto al mercato estero, sfruttando il database incredibile del direttore tecnico viola, che vanta proprio esperienze in Spagna e in Inghilterra, mentre l'anno sabbatico del d.g., trascorso Oltremanica, gli ha permesso di mettere a segno colpi a costo zero come la magnifica operazione Aquilani. E' servito però che i Della Valle riaprissero la 'cassaforte' di Casette d'Ete e staccassero un doppio assegno da venti milioni di euro - il primo per coprire il buco di bilancio, il secondo per le operazioni in entrata - per fare della Fiorentina una delle momentanee regine del calciomercato. Ma a causa della crisi economica, e soprattutto dell'impossibilità di continuare a investire certe cifre nel calcio italiano, la Fiorentina prima o poi tornerà a restringere i propri cordoni, e se non all'autofinanziamento, presto o tardi bisognerà riaffidarsi ad un vero settore giovanile.
     
    Per anni si è nascosto dietro i successi nei rispettivi campionati il mancato salto di qualità dei giovani. Per coprire gli scompensi della prima squadra si sono acquistati per Primavera e Allievi giocatori stranieri, presentando al settore giovanile elementi quali Babacar, Acosty e anche Ljajic, invece di puntare sulla crescita del prodotto interno. A tenere forte il legame fra il territorio e la Fiorentina ci hanno pensato i responsabili dell'area reclutamento, Maurizio Niccolini e Stefano Cappelletti, mantenendo i contatti con i club di Firenze e dintorni. Un progetto che andrà rinforzato nel futuro immediato: i settori giovanili dei club dilettantistici fiorentini devono essere società 'amiche'. Perché il ritorno di Emiliano Viviano, nato nel settore giovanile gigliato, e le sue parole in sede di presentazione ('I soldi in più non mi cambiano la vita, vestire la maglia viola sì'), devono insegnare che se un giocatore che veste la maglia della Fiorentina nasce a Firenze o in Toscana, ci mette quel qualcosa in più in campo. Il sogno per la Fiorentina del futuro è che il prossimo Giancarlo Antognoni sia nato in piazza Santa Croce, tanto per fare un esempio. Chi ha respirato fin da piccolo l'aria del Calcio storico, sa cosa significa essere viola dalla nascita. 

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