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  • Il saluto di Paloschi ai tifosi del Chievo

    Il saluto di Paloschi ai tifosi del Chievo

    Sul sito ufficiale del Chievo, Alberto Paloschi, ora allo Swansea, saluta i tifosi: 

    Ti ricordi i giorni prima della firma del contratto con il ChievoVerona?
    Sì, ricordo tutto. Non ci ho pensato due volte a scegliere il ChievoVerona. Sapevo che era una grande famiglia, un ambiente sano dove poter lavorare senza troppe pressioni circondato da persone sempre disposte a darti una mano anche nei momenti di difficoltà.

    Quanto ci hai messo per convincerti che quella era stata la scelta giusta?
    Mi sono accorto di aver preso la strada giusta dopo pochissime settimane di allenamento. Il Chievo mi ha dato l'opportunità di rilanciarmi dopo parecchi mesi in cui non giocavo a causa degli infortuni. Se tornassi indietro rifarei la stessa scelta.

    Quanti ricordi hai dei tuoi ex compagni di squadra?
    Tantissimi e tutti molto belli. Uno dei segreti del ChievoVerona è sempre stato quello di costruire gruppi di giocatori con dei valori sportivi e umani.

    Ti faccio qualche nome. Cominciamo da un tuo ex compagno di reparto: Sergio Pellissier…
    È stato per me un simbolo prima e un punto di riferimento poi, perché è un grande attaccante con cui mi sono allenato tutti i giorni. Ho cercato di carpirgli tante cose, tante caratteristiche tecniche e tattiche perché lui è un attaccante forte che ha segnato moltissime reti. Gli auguro di arrivare presto a quota 100 gol in serie A.

    Gennaro Sardo…
    Prima di tutto è un amico. Lui mi ha sempre aiutato dentro e fuori dal campo e poi è un ragazzo sincero. Anche al di fuori del mondo calcistico è difficile trovare persone che ti dicono le cose come stanno per davvero e non quelle che magari tu vorresti sentirti dire anche se sono sbagliate. Lui sia nel bene che nel male mi ha sempre dato grandi consigli e sono sicuro che la nostra sarà un'amicizia che durerà anche dopo il calcio. Non a caso Gennaro è stato il primo a sapere dell'opportunità del trasferimento allo Swansea City.

    Dario Dainelli: lui scherzando ci diceva che doveva farti da tutor, è vero?
    In un certo senso ha ragione! È un amico, è stato il mio compagno di camera durante tanti ritiri e mi ha fatto una testa così con mille documentari artistici o storici. Io magari in camera volevo vedere un film e lui invece mi obbligava a guardare i documentari su Giotto, Leonardo da Vinci, o la Cappella Sistina. Diciamo che da questo punto di vista mi ha acculturato parecchio.

    È stato uno degli ultimi ad arrivare l'anno scorso ma ti si vedeva spesso in giro con lui: Alessandro Gamberini.
    Con il Gambero ho legato sin dall'inizio. Siamo diventati grandi amici e abbiamo condiviso un sacco di cose insieme. Spero che si rimetta in fretta dall'infortunio e torni a dare il suo contributo in campo. Se ci penso, però, ce ne sarebbero tanti di ragazzi da citare…

    Facciamo qualche altro nome?
    Pinzi, Pepe, Gobbi, Bressan sono arrivati solo la scorsa estate ma mi sono trovato benissimo con loro. Siamo simili: ci piace scherzare e allenarci bene in settimana. Basti un esempio: la foto che ha postato Pinzi su Instagram mi ha fatto ridere parecchio, sono persone eccezionali. Posso dire l'ultimo nome?

    Certo: di chi si tratta?
    È il grande Perpa: una persona buona, sincera di cui ti puoi fidare. E poi in campo è un esempio continuo: un giocatore che corre per due ed è sempre pronto ad aiutarti se ti vede in difficoltà.

    Quali sono stati i tuoi tre gol più belli?
    Al primo posto metto il gol segnato all'Inter a San Siro nella stagione 2013/14, 1-1 il risultato finale. Al secondo posto una rete che è valsa un altro 1-1, quella segnata allo stadio Olimpico lo scorso aprile contro la Lazio. Infine scelgo il gol vittoria nel derby contro l'Hellas giocato pochi giorni prima di Natale: una gioia per tutti noi e per i nostri tifosi.

    A proposito di tifosi: non hai mai smesso di ringraziarli per il loro tifo…
    È vero, perché mi hanno sempre sostenuto. Loro sapevano che, con o senza gol, io sul campo lasciavo tutto quello che avevo dentro. Poi ovvio che la rete era il momento più esaltante per me e credo anche per loro, ma credo abbiano sempre apprezzato l'impegno che ho messo ogni volta che ho indossato la maglia del ChievoVerona.

    La tua vittoria più bella?
    Ce ne sarebbero tante ma voglio scegliere quella di Cagliari alla penultima giornata di campionato della stagione 2013/14. Ci siamo salvati con quei 3 punti dopo una rincorsa incredibile. È stata una gioia immensa: quella è stata un'annata difficile ed eravamo consapevoli che la salvezza si sarebbe giocata fino all'ultimo.

    Il presidente Luca Campedelli secondo Alberto Paloschi
    Prima di essere il presidente della squadra credo che lui sia un amico per i giocatori più vecchi e un secondo padre per quelli più giovani. Lui sente la partita come pochi, soffre con i giocatori perché ci tiene tantissimo al Chievo. Non l'ho mai visto una volta alzare la voce: è sempre stato pacato anche quando doveva dire qualcosa in maniera decisa. È un grande uomo e rappresenta in pieno i valori del ChievoVerona.

    E il direttore Luca Nember invece?
    Innanzitutto lo voglio ringraziare perché in passato, quando entravamo in argomento, io gli avevo espresso la mia idea di preferire eventualmente un'esperienza all'estero. Se dovevo andare via, lui conosceva questa mia volontà ed è riuscito a realizzarla. È stato un uomo di parola e nel mondo del calcio è difficile trovare persone così. Mi ha sempre parlato in modo chiaro, dicendomi in faccia quello che pensava e non c'è stata una volta che non abbia mantenuto la parola. E poi ha saputo costruire una rosa molto competitiva.

    Ultimo ritratto: com'è Rolando Maran?
    Il mister in questo anno e più di tempo che abbiamo trascorso insieme mi ha sempre dato fiducia e soprattutto ha dimostrato di essere un allenatore valido con delle ottime idee tattiche. Sono sicuro, può ambire anche a club di primissima fascia.

    Sei pronto a giocare in Premier League?
    Sono carico e voglio mettermi subito a disposizione del mister e dei miei nuovi compagni di squadra. Cercherò di dare tutto me stesso, come sempre. Poi spero arrivi anche un pizzico di fortuna che serve sempre, ma di certo la voglia di fare il massimo non mi manca.

    E la nuova vita in Galles?
    Le prime impressioni sono molto positive. Ci alleniamo in un centro sportivo bellissimo, qui davvero ci sono delle strutture stupende. Tanto per fare un esempio, il centro sportivo dello Swansea City può essere paragonato, in Italia, solo a quello dei top club. Per quanto riguarda la città sono rimasto colpito, c'è una baia bellissima e mi sembra un luogo dove poter vivere bene.

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