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  • Inter, Ausilio: 'Ci proverò per Berardi. Icardi? Solo un folle lo avrebbe ceduto'

    Inter, Ausilio: 'Ci proverò per Berardi. Icardi? Solo un folle lo avrebbe ceduto'

    Da Icardi a Berardi, passando per Joao Mario e Candreva. Piero Ausilio, direttore sportivo dell'Inter, parla della sua Inter in una lunga intervista al Corriere dello Sport, partendo proprio dal prolungamento del contratto del capitano nerazzurro, per il quale manca solo l'ufficialità: "Basta un minimo di professionalità per capire che l’Inter avrebbe in ogni caso voluto prolungare il contratto di Mauro. E’ il nostro capitano ed è uno dei migliori attaccanti a livello mondiale. Ha un accordo in scadenza nel 2019 e solo un folle non avrebbe pensato di creare i presupposti per chiudere rapidamente una situazione così delicata.  Le trattative con Mauro e il suo management, al di là di tutta la mediaticità, sono e sono state anche in passato tra le più lineari e corrette. Trattiva col Napoli per Mauro? Mai. Non abbiamo neppure iniziato una trattativa". 

    IL SOGNO BERARDI - Poi, il ds interista parla di Berardi, sogno nerazzurro: "In realtà non è sfumato perché di fatto non è mai partita la trattativa, ma un giocatore di cui sono calcisticamente innamorato è Berardi. Chiamata al Sassuolo? Vediamo... Sperando che nessuno si offenda... Se ero vicino a chiudere per uno tra Lichtsteiner, Darmian e Criscito? Più che uno direi... mezzo (sorride, ndr). Abbiamo valutato alcune soluzioni che ci erano state proposte, ma poi non se n’è fatto nulla".

    SULL'AFFARE JOAO MARIO - "L'affare più difficile? Sicuramente Joao Mario perché era un neocampione d’Europa, blindato da una clausola da 60 milioni e di proprietà di una società che solitamente non fa sconti. Anche trattare con Lotito per Candreva non è stato uno scherzo".

    SU NAINGGOLAN E PEROTTI - "Nainggolan? Qualcuno ci voleva far credere che fosse un'operazione possibile perché il giocatore era ancora in comproprietà, ma sapevo che era importante per la Roma. Ci piaceva, non lo nascondo, ma non abbiamo voluto entrare in una situazione complicata. Perotti? Lo avevo chiesto io al Genoa, nell'estate del 2015. Piaceva molto a Mancini e l'ultimo giorno del mercato di agosto, dopo il no della Samp per Eder, abbiamo provato a portare a Milano l'argentino. Non ci siamo riusciti e abbiamo preso Ljajic". 

    SU MANCINI E DE BOER - "Un tecnico straniero? Non è stata una decisione preparata, ma una cosa accaduta all'improvviso perché Mancini parla di rinnovo di contratto e non era previsto il suo addio. Ci siamo confrontati con Thohir e Suning e abbiamo deciso di andare su de Boer: è stato l'unico candidato, l'unico chiamato e contattato. All'olandese va data fiduca. Se mi sono arrivate mai offerte dal Milan? No (sorride, ndr)".

    SUL MERCATO DI GENNAIO - "Se a gennaio arriva un terzino forte? Il mercato di riparazione è sempre particolare perché la disponibilità di calciatori trasferibili è ridotta. Noi abbiamo un’ottima squadra e possiamo prendere in considerazione solo giocatori di grande qualità che portino un valore aggiunto. Senza Champions stagione fallimentare? Sarebbe negativa perché l’obiettivo è tornare in Champions, ma allo stesso tempo dovremmo capire che questa estate abbiamo ricominciato da capo e che ci può stare che il progetto non sia subito vincente".

    SUI CINESI DEL MILAN - "Se li conosciamo? Al Milan conosciamo un po’ di gente (sorride riferendosi a Fassone, Mirabelli e agli altri ex interisti, ndr). Sinceramente faccio fatica a guardare in casa degli altri perché siamo presi dal nostro lavoro. Pensare che il derby di Milano diventerà un derby... cinese però è curioso, ma può essere importante per tutto il movimento e per promuovere il nostro calcio in Asia. Difficile far crescere ulteriormente i ricavi con la vendita dei diritti tv in Italia: è giusto puntare sui diritti tv all’estero, sulla valorizzazione del brand e sul merchandising. Lo stadio? Stiamo aspettando di avere un interlocutore. Il nostro stadio è bellissimo e lo ha dimostrato ospitando la finale di Champions, ma è un impianto che va modernizzato e utilizzato come fa la Juventus con lo Stadium. Speriamo di riuscirci presto".

    SUL RITORNO DI MORATTI - "Come diceva un grande tecnico del passato dell’Inter (Mourinho, ndr) gli allenatori, e anche il direttore sportivo (sorride, ndr), non possono commentare le parole di chi sta sopra di loro. A Moratti mi lega un rapporto di riconoscenza e grande affetto per tutto quello che mi ha dato. In questo momento sto vivendo una bella e affascinante esperienza professionale con Thohir e il Suning. Insieme faremo di tutto perché si riveli vincente come la precedente".

    SUL RAPPORTO CON KIA JOORABCHIAN - "Ognuno è libero di pensare quello che vuole. Di calcio parlano tutti, molti a sproposito. Conosco Kia da tanti anni e abbiamo sempre avuto un’ottima relazione. Lui aveva contatti importanti con i manager del gruppo Suning da prima che arrivassero all’Inter ed è normale che in questo ultimo periodo i nostri rapporti siano diventati ancora più stretti e frequenti. Joao Mario lo seguo dal 2012 e Kia è il suo agente solo da qualche mese: basterebbe questo per far capire come prepariamo i nostri acquisti".

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