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  • Murillo-Brozovic contro Romagnoli-Bertolacci: chi ha fatto l'affare?

    Murillo-Brozovic contro Romagnoli-Bertolacci: chi ha fatto l'affare?

    Nomen omen. É una locuzione latina che indica come nella radice del nome si possa trovare ciò che si sta cercando. Perché spesso il nome è una vera e propria etichetta, una targa con le istruzione per l’uso, che talvolta - per pigrizia o per altro - qualcuno evita o omette di leggere. 
     
    SE NON CI SONO, NON SEGNANO - La polemica cavalca sempre la cresta dell’onda, così seppur si chiami F.C. Internazionale, c’è sempre qualcuno pronto a ricordare che gli italiani a disposizione della squadra nerazzurra siano pochi. “L’Inter non va in gol da circa un anno con giocatori italiani”, ha prontamente ricordato qualcuno. E per forza; quanti sono tra centrocampo e attacco gli atleti nostrani a disposizione di Mancini? La risposta è zero. 
     
    CONVIENE O NO - Un dato che andrebbe semplicemente analizzato ed archiviato, ma che spesso viene utilizzato per costruire facile critica nei confronti della società di corso Vittorio Emanuele. Il discorso è sempre lo stesso: “Chi se ne frega di cosa dica il nome”. Ma dati alla mano e soprattutto illuminati da onestà intellettuale, una domanda è d’obbligo: quanto conviene oggi investire su calciatori italiani? 
     
    PARAGONE IN CITTA' - Ad oggi la carta d’identità sembra avere un’influenza che incide troppo sul costo del cartellino dei giocatori. Il solo fatto di provenire da Calabria, Puglia o Lombardia determina un incremento eccessivo sul prezzo. Ma almeno ne vale la pena? E anche in questo caso i dubbi sono moltissimi. Basti pensare alla somma investita da Inter e Milan per avere un quadro della situazione meglio delineato: i rossoneri, per Bertolacci e Romagnoli hanno speso circa 50 milioni di euro, mentre sull’altra sponda del naviglio, Thohir ha staccato un assegno da 18 milioni di euro per la coppia Murillo-Brozovic. Chi ha fatto l’affare? Per non parlare della rivendibilità all’estero: cedere un italiano è sia più complicato che meno fruttuoso. 
    QUEL CHE CONTA - E se la filosofia è troppo “pallosa” per essere presa in considerazione in un articolo che parla di calcio, limitiamoci almeno alla meritocrazia, concetto molto meno complesso, ma altrettanto importante. Forse sarebbe giusto farsi un esame di coscienza per rendersi conto che sono finiti i tempi in cui gli italiani erano i migliori giocatori del mondo. E di sicuro se questo è accaduto non è colpa dell’Inter che ha pochi italiani, ma di un settore giovanile (a partire dalle scuole calcio), che non può contare su professionisti, ma che spesso richiede l’ausilio di persone che si organizzano come meglio possono, sfruttando il tempo libero per coltivare l’hobby di allenare. Questo in Germania, Spagna e Belgio non avviene. Ma forse conviene di più parlare dei pochi gol italiani all'Inter.

    Pasquale Guarro
    @ngoppejammeja

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