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  • Medel: 'Rinnovo? Ci siamo'. E chiama Sanchez all'Inter...

    Medel: 'Rinnovo? Ci siamo'. E chiama Sanchez all'Inter...

    Domenica sera l'Inter accoglierà a San Siro la Roma, per una sfida che dirà molto sugli obiettivi nerazzurri: con una vittoria, la rincorsa alla Champions continuerebbe, con una sconfitta, invece, si farebbe indubbiamente più dura. Uno dei condottieri di Stefano Pioli, Gary Medel, suona la carica per la gara con i giallorossi, in un'intervista al Corriere dello Sport.

    Medel, lei quanto è alto? 
    «Un metro e 71». 

    E sa quanto è alto Dzeko? 
    «Non lo so (192 centimetri, ndr), ma di certo è più alto di me (ride divertito, ndr)». 

    Sarà complicato trovarsi di fronte un attaccante fisicamente così forte e bravo nel gioco aereo? 
    «Il problema non è l’altezza, ma il fatto che Dzeko è un grande giocatore, uno che sta segnando parecchio e contro il quale non puoi sbagliare niente. Per controllarlo ci vorrà massima concentrazione». 

    In nazionale si è mai trovato ad affrontare centravanti così alti? 
    «Sì ed è andata molto bene contro Bendtner (18 agosto 2009, vittoria per 2-1 del Cile nell’amichevole contro la Danimarca, ndr)». 

    Inter-Roma però sarà anche un duello tra veri duri: lei contro Nainggolan. 
    «A livello di grinta e intensità che mettiamo in campo ci assomigliamo. Nainggolan è un giocatore che mi piace tanto, un leader, un guerriero che la squadra segue perché vede che dà tutto». 

    Un po’ come lei. 
    «Vero, neppure io mi risparmio mai». 

    Nainggolan però segna di più. 
    «In effetti lui sta facendo una grande stagione ed è molto pericoloso anche sottoporta, ma a me basta che l’Inter vinca. Anche se non faccio gol, è lo stesso». 

    Magari tornerà al gol Icardi che in questo inizio di 2017 ha firmato solo una rete. Cosa succede a Mauro? 
    «Assolutamente niente. E’ stato fuori due partite per squalifica e adesso è pronto per dare di nuovo il suo contributo. In settimana l’ho visto carico e sono convinto che sarà protagonista. Icardi è un grande attaccante e i grandi attaccanti si esaltano in partite come questa. Può essere decisivo anche se, sinceramente, mi interessa più la vittoria che il nome del marcatore». 

    Cosa pensa della Roma? 
    «E’ una squadra forte che gioca un calcio bello e offensivo. I giallorossi puntano a vincere ogni incontro perché hanno elementi di notevole qualità. Speriamo di riuscire a fermarli». 

    Se potesse togliere un uomo a Spalletti, chi sceglierebbe? 
    «La forza della Roma sono gli esterni, sia quelli di centrocampo sia quelli d’attacco: sono velocissimi e dovremo fare attenzione». 

    L’Inter senza coppe arriverà a domenica più riposata rispetto alla Roma che ieri sera ha giocato in Europa League contro il Villarreal? 
    «Non credo. La qualificazione l’avevano messa al sicuro all’andata e Spalletti ha fatto un bel turn over. La stanchezza non sarà un fattore neppure per loro». 

    Quanto peserà per voi la squalifica di Miranda? 
    «Miranda è importante per la squadra, uno dei migliori difensori della Serie A, ma l’Inter ha già dimostrato di avere in panchina alternative di spessore in tutti i reparti. Nelle ultime settimane ci sono mancati Brozovic, Kondogbia, Icardi, Perisic e altri, ma abbiamo sempre trovato la forza per far risultato. Siamo in ottime condizioni sia a livello fisico che di testa e dobbiamo dimostrarlo anche domenica». 

    Per Totti quello di domenica può essere l’ultimo Inter-Roma della carriera. 
    «Totti non lo conosco come persona, ma è un giocatore top che ha fatto molto per la Roma e per la nazionale italiana. Io ho vinto due volte la Coppa America ed è stata una doppia soddisfazione che ho voluto ricordare facendomi un tatuaggio per gamba, ma lui ha alzato la Coppa del Mondo, un trofeo che non ha eguali. Lo invidio». 

    Per voi invece sarà l’ultima... chiamata per la Champions? 
    «Di certo sarà un match importante perché si tratta di uno scontro diretto, a 13 giornate dalla fine del campionato, con un’avversaria che ci precede di 8 punti. Se vinceremo la classifica potrebbe diventare molto interessante, ma i tre punti aumenterebbero anche la fiducia che abbiamo dopo tutti i risultati importanti collezionati negli ultimi due mesi».  

    Dopo aver vinto 9 delle ultime 10 gare di campionato, è frustrante notare che il terzo posto è ancora lontano 6 punti? 
    «Il Napoli e la Roma stanno correndo forte e, esattamente come noi, vincono sempre. Purtroppo a livello di classifica non si nota a pieno il grande lavoro che Pioli ha svolto da quando è arrivato. Siamo partiti da parecchio in basso ed è stato bravo a risollevarci, a restituire fiducia al gruppo. Con lui lavoriamo bene in settimana e i risultati sono lo specchio dei sacrifici che facciamo». 

    E’ davvero possibile secondo lei per l’Inter tornare in Champions?  
    «Io sono fiducioso perché vivo la vita con una mentalità positiva. L’obiettivo di inizio stagione era arrivare tra le prime tre e sono convinto che se vinceremo molti dei prossimi incontri, qualcuno davanti frenerà. Basta un loro passo falso e saremo lì. Speriamo che succeda presto». 

    Sembra che anche su di lei abbiano fatto effetto i cartelli motivazionali di Pioli... 
    «L’allenatore è bravissimo a caricare il gruppo e mi ha colpito la sua abilità a trasmettere una mentalità vincente a tutta la rosa. I cartelli che attacca li leggo e mi piacciono anche se io sono uno che di motivazioni ne ha sempre parecchie». 

    Qual è il ruolo che preferisce? Meglio difensore o centrocampista? 
    «Sinceramente per me non c’è differenza. Da anni con il Cile faccio il difensore, sia a tre che a quattro, mentre nell’Inter sono stato utilizzato due stagioni da centrocampista centrale. Io gioco dove serve». 

    Medel cosa pensa di dare all’Inter nelle vesti di difensore? 
    «Concentrazione, huevos (attributi, ndr) e rapidità nelle ripartenze e nella circolazione della palla. In campo sono uno che si fa sentire e in italiano cerco di dare consigli. Mi piace guidare i compagni guardando tutti da dietro». 

    Nel posto dove lei giocava fino allo scorso anno adesso c’è Gagliardini. 
    «Roby è giovane, ma è già un grande centrocampista. E’ molto più maturo rispetto a quelli della sua età e credo che sia arrivato all’Inter nel momento giusto. Può darci una grossa mano». 

    Acquistando uno come l’ex atalantino Suning ha fatto un altro bel regalo ai tifosi. 
    «E, aggiungo io, ha preso uno dei migliori giocatori in prospettiva della Serie A. La nuova proprietà sta lavorando molto bene, ha grandi ambizioni e ci sta supportando in tutto. Adesso sta a noi continuare a rendere come negli ultimi due mesi e mezzo sul campo». 

    Se l’Inter arrivasse quarta sarebbe un fallimento? 
    «Dovremo prendere atto che le altre sono state più brave, ma per fare certi discorsi è ancora presto. Io non ho mai giocato la Champions League e ho una tremenda voglia di sentire dal prato di San Siro quella musica nel pre partita. Secondo me i giochi per il secondo e il terzo posto non sono ancora chiusi e dobbiamo farci trovare pronti se Roma o Napoli sbaglieranno. Avanti una partita alla volta, cercando di vincerne più possibile». 

    Dopo il trionfo nell’ultima Coppa America ci sono stati diversi club che avrebbero voluto acquistarla. Ha mai preso in considerazione l’ipotesi di lasciare l’Inter? 
    «Non parlo di altre squadre e non so se qualcuno mi ha cercato o no. Il mio sogno è sempre stato quello di venire all’Inter perché volevo vincere qui. Adesso che ci sono, non ho intenzione di andarmene». 

    E’ un messaggio al ds Ausilio? 
    «La trattativa per il rinnovo del mio contratto è molto semplice: l’Inter vuole che resti e io voglio stare qui perché sono felice a Milano. Il mio agente (Fernando Felicevich, ndr) arriverà dopo Inter-Roma e parlerà con i dirigenti. L’obiettivo è trovare in tempi rapidi un buon accordo che soddisfi entrambe le parti». 

    Quando nell’estate del 2014 è arrivato alla Pinetina si aspettava che il processo di crescita della squadra sarebbe stato più rapido? 
    «L’Inter è una delle più grandi società al mondo e quando indossi questa maglia devi sempre vincere perché l’Inter è... l’Inter. Io mio obiettivo era ed è quello di regalare un trofeo alla nostra gente perché lo merita. Non nascondo che mi sarebbe piaciuto andare immediatamente in Champions o vincere qualcosa, ma nel calcio ci vogliono pazienza e progetti a medio-lungo termine quando una formazione vuole tornare a vincere dopo un ricambio generazionale». 

    E’ davvero convinto che riuscirà ad alzare un trofeo con la maglia nerazzurra addosso? 
    «Qui ci sono tutte le componenti per farlo e adesso sta a noi. Coppa Italia, campionato o Champions: io voglio qualcosa il prima possibile». 

    Magari le farebbe comodo avere in squadra il suo connazionale Alexis Sanchez che pare intenzionato a lasciare l’Arsenal. 
    «Alexis è un giocatore che tutti conoscono, uno di quegli attaccanti che tutti i top club cercano. Non so quale sarà il suo futuro, ma se mi chiederà informazioni sull’Inter, gli dirò che qui c’è un grande gruppo, un allenatore molto bravo e una dirigenza che ha fame di vittorie. Un progetto come questo non si trova ovunque». 

    Inizierà la sua opera di convincimento già a marzo quando lo incrocerà in nazionale? 
    «Lì penseremo solo alle gare contro Argentina e Venezuela. L’obiettivo di andare al Mondiale per la terza volta di fila, cosa mai successa nella storia del Cile, è ben impresso nelle nostre menti e niente ci deve distrarre». 
     

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