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  • Italia: Ventura, buona la prima. L'azzardo Immobile ha pagato

    Italia: Ventura, buona la prima. L'azzardo Immobile ha pagato

    • Giancarlo Padovan
    Quando stavo per intonare il De profundis a Giampiero Ventura, colpevole a mio avviso di troppa disinvoltura per aver tenuto in campo i due attaccanti nonostante l’inferiorità numerica, Ciro Immobile, il sostituto di Eder, ha attaccato lo spazio facendo saltare un difensore israeliano e ha trafitto Goresh con un diagonale al fulmicotone, come scrivevano i bravi cronisti di una volta. Così l’Italia, fino a quel momento sopra di un pelo (1-2) e con un uomo in meno (espulso il solito Chiellini), ha chiuso la fastidiosa pratica israeliana nell’esordio delle qualificazioni al Mondiale di Russia 2018. 

    In forza dei risultati, l’Italia sarebbe virtualmente al primo posto, visto che la Spagna non solo giocava in casa, ma affrontava il gracile Liechtenstein, sotterrato da otto gol.  Albania-Macedonia, invece, è stata sospesa per impraticabilità del campo quando il risultato era sull’1-1. Ventura, dunque, non solo comincia bene nelle partite che contano, ma mette il suo marchio su un avvio che era stato complicato da Giorgio Chiellini. Prima per l’errore che aveva determinato il gol di Ben Haim, poi per l’espulsione, dovuta a doppia ammonizione, al 10’ della ripresa. Senza tanta scelleratezza, probabilmente l’Italia avrebbe vinto largo se non addirittura di goleada. E pensare che Immobile, dopo l’1-3, ha avuto sul sinistro anche il tiro (al volo) del quarto gol (lancio millimetrico di Florenzi, un altro subentrato). 

    Anche questo dice che il c.t. è stato freddo, lucido e non si è fatto prendere la mano dalle sostituzioni. Fuori Chiellini, prima ha abbozzato una difesa a quattro (Candreva, Barzagli, Bonucci, Antonelli) in attesa del riscaldamento di Ogbonna, entrato poi al posto di Bonaventura. Ripristinata la difesa a tre (Barzagli, Bonucci, Ogbonna), ha percepito in fretta la stanchezza di Candreva e ha schierato Florenzi, esterno di destra protettivo. Al cospetto di un azzardato 3-4-2, Israele ha spinto al massimo ed è arrivato in un paio di circostanze a sfiorare il pareggio, tanto che Buffon è stato chiamato ad una doppia deviazione (male la prima, benissimo la seconda su Zahavi che si sentiva il gol in tasca).
     
    A quel punto il tecnico che alberga in me è uscito in tutta la sua prepotenza, sbraitando contro il ct e la sua tattica suicida. Come tanti, volevo non solo che togliesse una punta, ma anche che inserisse un centrocampista (Montolivo o BernardeschI) o De Sciglio (4-4-1). Invece, sordo ai miei consigli e a quelli dei connazionali fedeli alla vocazione italianista, Ventura ha continuato a chiedere gioco (palla bassa, difesa alta, qualche ripartenza). Immobile avrebbe dovuto fare quello che ad Eder, spremuto come un’arancia, non riusciva più. E Immobile non ha mancato di liberare tutta la gioia del nostro ct quando ha colpito con la rapidità di una mangusta.

    Israele non è una grande squadra, ma i suoi calciatori hanno fisico e corsa. Nel primo quarto d’ora, pur non provocandoci sofferenze, hanno aggredito gli Azzurri e soprattutto il più bravo di essi: Verratti. Poi, il gol di Pellé, favorito da un assist delizioso di Antonelli (l’azione l’aveva cominciata Verratti),  ha attenuato pressing e pressione avversari. L’Italia ha ritrovato la misura e la compattezza, giocando corta e veloce. Il rigore procurato da Bonaventura (fallo ingenuo di Ben Bitton) e trasformato da Candreva, sembrava spalancare la porta ad una passeggiata. Invece, cinque minuti dopo, Chiellini (già ammonito) perdeva il controllo di un facile pallone (per di più con il sinistro) e Ben Haim beffava Buffon con uno stupendo pallonetto. Prima dell’intervallo anche un un gran colpo di testa di Eder (cross di Pellé) sventato da Goresh.

    Alla fine, vittoria pulita, non netta. Vittoria di squadra perché costruita dalla panchina e con la panchina. Vittoria di Venutura (se lo merita) e vittoria del sacrificio (Verratti non ne aveva più, ma ha resistito). C’è un problema Chiellini? Contro la Spagna, il 6 ottobre, non ci sarà per squalifica. Ma è una domanda che, oltre a Ventura, dovrebbe porsi anche Allegri. Forse è solo una questione di forma, forse Benatia (peccato sia marocchino) è meglio di lui.           

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