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  • Fiorentina, l'ex Ivan: 'Tatarusanu? Meglio gli italiani...'

    Fiorentina, l'ex Ivan: 'Tatarusanu? Meglio gli italiani...'

    • L.C.
    Settimana che conduce alla sfida pre-pasquale contro la Roma, con l’obiettivo di difendere il quarto posto in campionato ben presente nella testa dei giocatori e con la finale di Coppa Italia che si avvicina inesorabile. Per la rubrica Fiorentina Amore Mio, il settimanale Brivido sportivo ha intervistato Andrea Ivan, portiere della rinascita viola targata Della Valle. Con lui, inevitabilmente, abbiamo parlato di numeri uno e gettato uno sguardo al futuro.
    Ivan, partiamo da Neto. Ha parato le critiche, se lo aspettava così forte mentalmente?
    «Le critiche a Neto non mi sono mai piaciute, come non mi piacevano quelle a Viviano lo scorso anno. Non erano critiche costruttive, ma tendevano solo a distruggere anche quello che c’era di buono. Neto ha avuto qualche problema psicologico, si è dovuto calare nella mentalità del calcio italiano e adesso è uno dei portieri più forti d’Italia».
    Per la prossima stagione, dunque, se lo aspetta ancora titolare a difendere la porta viola?
    «Si, certamente. Lo abbiamo aspettato tanto e adesso che è a questo livello non vedo perché si debba cambiare. Il portiere poi è un ruolo delicato, è bene che non cambi ogni stagione ma che ci sia una continuità. Lui si sta guadagnando la riconferma in base a quello che sta facendo in campo. L’errorino ci sta, ci mancherebbe altro. Lo fa Buffon, figuriamoci se non può farlo Neto».
    In arrivo c’è Tatarusanu dalla Steaua Bucarest, estremo difensore nel giro della Nazionale rumena. Lo conosce?
    «Non lo conosco e spero di non conoscerlo mai. Io sono un sostenitore dei portieri italiani e spero che dietro a Neto sia messo un giovane portiere italiano, magari Lezzerini della Primavera: potrebbe crescere molto insieme a Neto. Come terzo spero possa rimanere uno fra Rosati e Lupatelli: anche questo ruolo è fondamentale».
    Dai portieri agli attaccanti. Rossi e Gomez sono sulla via del recupero, la Fiorentina si è persa tanto…
    «Se avesse avuto Rossi e Gomez al cento per cento dall’inizio del campionato avrebbe dai 10 ai 15 punti in più in classifica. Rossi è una certezza e lo ha dimostrato, dopo che si è fatto male è rimasto capocannoniere per due mesi. Gomez, secondo me, non è ancora entrato nella mentalità della squadra italiana. Ha fatto vedere di essere un grande campione per il gol realizzato a Buffon in Europa League, ma lo vedo come un corpo estraneo al gioco viola. Bisognerebbe che lui si mettesse più a disposizione dei compagni, che viceversa dovrebbero metterlo più a suo agio. Gomez è un giocatore che fa tanti gol, ma ha bisogno di diversi cross: quando ha giocato lui di cross dalle fasce ne ho visti pochi».
    Matri merita un sacrificio per il riscatto? Oppure lo lascerebbe al Milan?
    «Averlo in panchina potrebbe non essere una brutta idea, bisogna vedere se al ragazzo questa prospettiva può andare bene. Per la Fiorentina sarebbe una cosa ottima, ma lo vedo un po’ sprecato come alternativa a Rossi e Gomez».
    Chiudiamo con Cuadrado. Il mercato ruoterà intorno a lui. Dopo il riscatto la domanda è una sola: tenerlo o cedere per fare qualche altra operazione onerosa?
    «Credo che dipenda tutto dalla scelta che vuole fare il giocatore. E’ logico che se Cuadrado va via arrivano due o tre grandi giocatori al suo posto. Io lo capirei se volesse fare esperienza in un altro campionato. E’ uno che può scegliere il suo futuro, in Paradiso a dispetto dei santi non ci si sta. La Fiorentina intanto lo deve riscattare, poi decideranno insieme cosa fare. Se dipendesse da me, gli farei finire la carriera a Firenze, ma è logico che anche lui possa avere le sue ambizioni. Non lo chiamerei mercenario se decidesse di andare via. Credo che in Italia possa giocare solo nella Fiorentina». 

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